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American figure skater Ilia Malinin has been doing gymnastics off the ice much of his life, one of the many reasons why he can so effortlessly land the dazzling quadruple jumps that made him a world champion at just 19 years old last March.




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Canada Soccer Association said Olympics drone-spying scandal was not an isolated misstep

The Canadian Soccer Association says an independent review confirmed the Paris Olympics drone-spying scandal was not an isolated misstep.
















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Catalogna: l’insostenibile follia dello status quo


affaritaliani.it
 
 
08-11-2017.-
  
Alessandro Sahebi
 

Cinismo e pugno di ferro. La ricetta di Mariano Rajoy per la Catalogna sembrerebbe, agli occhi di un osservatore esterno, avere avuto i suoi effetti: l'incarcerazione di sette ministri e la ritirata strategica di Carles Puigdemont in Belgio appaiono infatti ai più come il tramonto di una vicenda che per qualche giorno ha tenuto con il fiato sospeso l'intera Europa e i suoi assetti. Ciò nonostante la strategia del governo centrale spagnolo tutto può rivelarsi fuorché il frutto di un abile ingegno diplomatico e quella che sul campo di battaglia sembrerebbe poter essere letta come una travolgente vittoria potrebbe trasformarsi, in poco meno di due mesi, in un temibile autogol.

Da una parte ci siamo noi, che osserviamo. Ridiamo, confezioniamo meme e ci godiamo i quotidiani sviluppi di una storia che sembra essere stata scritta sul copione di una tragi- commedia politica di serie B. Dall'altra, tuttavia, c'è un popolo. Un popolo che l'1 ottobre ha visto la ragion di Stato trasformarsi in abuso (come ammesso dallo stesso governo spagnolo), un popolo che vede i suoi rappresentanti incarcerati ed esiliati, ricordati come i numerosi eroi politici catalani di epoca franchista. C'è un popolo che ha vissuto sulla propria pelle la pressoché totale ottusità di Madrid e dei suoi rappresentanti, il furto della propria autonomia. Le aziende non fuggono dalla Catalogna, lo sanno bene i catalani. Scappano le sedi centrali ma qualsiasi buon economista sa che il capitalismo globalizzato, oggi, non ha confini se si tratta di profitti. E lo sa bene l'Europa, silenziosamente imbarazzata i primi giorni delle violenze a Barcellona, ben più decisa nelle settimane successive.

Una presa di posizione fedele alla Spagna che a Bruxelles sanno bene di non poter tenere ciecamente se dalle urne, il 21 dicembre, i movimenti indipendentisti avranno la meglio. Mitizzazione del leader politico Puigdemont, assenza di ascolto e pugno di ferro in cabina elettorale potrebbero essere dei veri e propri boomerang per Mariano Rajoy e potrebbero riconfermare, nonostante tutto, le istanze indipendentiste dei catalani. A quel punto il nostro cinismo, la nostra ironia e il nostro pragmatismo non potranno fare altro che i conti con la loro volontà.

La follia dello status quo sta nell’ignorare totalmente il cambiamento. Lo Stato è un concetto pre-democratico messo in discussione dalle spinte locali da una parte, dall’europeismo dall’altra. Ripensare gli assetti non è una pazzia, la pazzia è pensare che non siano soggetti al corso della storia. In questa ottica essere in grado di assorbire gli shock senza chiudersi in una cieca visione ancorata al passato è una sfida che, soprattutto in quest'epoca di sconvolgimenti politici e sociali, l'Europa deve affrontare con coraggio e con la consapevolezza che nel corso della sua storia, lunga o corta che sia, ne incontrerà con certezza in continuazione.

La risposta, darwiniana se volete, è sapersi evolvere. Se non teniamo aperta la porta del cambiamento ci chiudiamo nello stagno delle nostre sicurezze. A quel punto i casi sono due: o la porta chiusa verrà sfondata, travolgendoci, o diventeremo stagno. E nello stagno tutto muore.

 
 




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La Catalogna protesta nel cuore dell’Europa, che soffre delle sue stesse malattie



IL FATTO QUOTIDIANO
 
11-12-2017
 
FABIO MARCELLI
Giurista intennazionale
 
 
La questione catalana presenta un forte interesse scientifico dal punto di vista del diritto internazionale, innescandosi nel solco formato da recenti manifestazioni di prassi internazionale, quali quelle per l’indipendenza del Quebec o del Kosovo. Preciso che non sono un sostenitore dell’indipendenza catalana a ogni costo e che ciò non avrebbe comunque molto senso, dato che non sono né cittadino spagnolo né tantomeno catalano. Sono però cittadino europeo, oltre che italiano, e in quanto tale interessato al rispetto della democrazia e dei diritti politici su tutto il nostro continente e oltre. Per tale motivo sono rimasto negativamente impressionato dalla selvaggia repressione scatenata dal governo Rajoy contro milioni di cittadini spagnoli e catalani che stavano semplicemente esercitando in modo pacifico un proprio elementare diritto democratico e cioè dichiarare o meno la loro preferenza per l’instaurazione di una Repubblica catalana indipendente.
 
Si può in altri termini discettare riguardo alle conseguenze giuridiche di tali atti, che taluni ritengono di nessun rilievo da tale punto di vista. Non si può invece negarne il valore politico né si può accettare la repressione avvenuta quel giorno né la conseguente criminalizzazione del movimento indipendentista, culminata con il mandato d’arresto internazionale, successivamente ritirato, dell’ex presidente catalano con i suoi quattro ministri. Mandando contro una buona parte del popolo catalano che voleva solo votare democraticamente truppe armate di manganelli e pallottole di gomma, il governo spagnolo ha senza dubbio violato la Convenzione europea dei diritti umani, dando un ulteriore pessimo segnale in un’Europa nella quale si moltiplicano inquietanti fenomeni di esaltazione del passato fascista che si sperava e pensava superato per sempre. Un passato fascista che in Spagna ha un solo nome: franchismo.
 
Tali fenomeni inquietanti hanno peraltro la loro radice nella crescente disaffezione della gente nei confronti della politica e della sua ispirazione generalmente antipopolare in Europa. Peraltro, la stessa consultazione referendaria del primo ottobre ha evidenziato l’esistenza di un malcontento estremamente diffuso, in Catalogna ma probabilmente anche altrove, che parte da un inevitabile giudizio negativo sul governo spagnolo per la corruzione in cui sta affogando e le sue spietate politiche neoliberali, ma esprime anche insoddisfazione e disagio a fronte di un quadro costituzionale che si è rivelato del tutto asfittico e inadeguato. Situazione di grave inadeguatezza, ulteriormente aggravata e evidenziata dall’improvvida decisione della Corte costituzionale sullo statuto catalano, decisione fortemente voluta e ispirata da quello stesso Rajoy.
Significativa appare del resto la circostanza che le organizzazioni colpite dalla repressione abbiano deciso di portare la propria protesta proprio a Bruxelles e cioè nel cuore dell’Europa. Se è vero che proprio l’Europa soffre le stesse malattie dello Stato spagnolo e di altri stati, quali soggezione alle politiche neoliberali e alle lobby che le predicano, corruzione, insufficiente funzionamento dei meccanismi democratici che provoca disaffezione crescente dalla politica e anche rigurgiti di fascismo e di razzismo, è pure vero che essa dovrebbe giocare un ruolo di mediazione politica in situazioni come quella catalana impedendo lo slittamento verso conflitti sempre più aspri e incontenibili. Occorre quindi auspicare che le istituzioni europee, dando senso alla loro stessa esistenza, vogliano accettare un ruolo di promozione del necessario dialogo politico tra il popolo catalano e il governo spagnolo, nel nome dei principi democratici iscritti nei propri trattati istitutivi oltre che, beninteso, del buon senso più elementare.
 
 




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INDIPENDENTISMO E LIBERTÀ D’ESPRESSIONE. Spagna: una questione di giustizia irrisolta e multiforme

AFFARI INTERNAZIONALI
3 Maggio 2018
 
ELENA MARISOL BRANDOLINI
 
Da alcuni mesi, in Spagna la giustizia occupa la scena mediatica. È successo con la vicenda catalana, in cui il ricorso ai tribunali e alla legalità ha sostituito la politica fin dal principio. Poi si è compreso che si trattava solo della punta dell’iceberg e quello che c’era sotto è venuto a galla un po’ alla volta. Si è visto allora che la giustizia spagnola presenta vari problemi.

Sul piano della legislazione, come dimostra il recente caso della sentenza nei confronti degli uomini della ‘Manada’, autori di violenza sessuale, ma puniti per il reato di abuso, differenza prevista nel codice penale. O nella legislazione anti-terrorista, che ha così tanto ampliato il campo di applicazione per cui ora “tutto è Eta”: una rissa da bar che coinvolge due poliziotti della Guardia Civil, la canzone di un rapper, l’interruzione del transito su un’autostrada. Sul terreno dell’ordinamento, con istituti come l’Audiencia Nacional erede del tribunale franchista e quindi inesistente altrove. Su quello infine della debole separazione fra i poteri dello Stato, con una tendenza alla ‘giudiziarizzazione’ della politica e con il rischio di farne il mezzo di competizione tra i partiti della destra spagnola.

A farne le spese è la libertà d’espressione

A farne le spese è la libertà di espressione che la sezione spagnola di Amnesty International segnala essersi ridotta. Perciò la censura si allarga, rasentando il ridicolo nel sequestro di fischietti e magliette di colore giallo nella finale di calcio della Copa del Rey. A farne le spese sono le persone che rischiano il carcere, stanno per finirci o ci sono da tempo, imputate di delitti che non hanno commesso.

E’ il caso di rappers, utenti delle reti sociali, comici, militanti di movimenti. E’ il caso dei nove prigionieri politici catalani in regime di carcerazione preventiva: Oriol Junqueras, Dolors Bassa, Carme Forcadell, Quim Forn, Raül Romeva, Josep Rull, Jordi Turull,  e i Jordis, Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, leader del movimento indipendentista, in cella da oltre sei mesi per avere convocato una manifestazione sotto il dipartimento di Economia.

Contro l’indipendentismo, il giudice istruttore Llarena del Tribunal Supremo ha costruito un vero e proprio teorema accusatorio, teso a dimostrare l’uso della violenza nei fatti occorsi nell’autunno 2017, per cui 13 dei 25 imputati nella macro-causa lo sono per ribellione, delitto punito con 25-30 di carcere. La violenza, pur se non esercitata direttamente dagli accusati, sarebbe quella da questi indotta nel comportamento della polizia spagnola il giorno del referendum per farne rispettare il divieto, o quella che si sarebbe potuta determinare per la presenza intimidatoria di un grande assembramento di persone il 20 settembre. Un’imputazione per un delitto inesistente, a detta di diversi giuristi stranieri e di alcuni spagnoli; contestata da Amnesty International che critica il regime di carcerazione preventivo in cui si trovano i Jordis. Per la semplice ragione che è mancante del suo presupposto, la violenza appunto, poiché il movimento indipendentista catalano è sempre stato pacifico e di massa.

La processione dei capi d’accusa

Tanto che la giustizia spagnola starebbe meditando un’eventuale riconsiderazione di questa imputazione attribuita ad alcuni degli esiliati, fino a sostituirla con l’accusa di sedizione, che prevede pene inferiori. Questo, in attesa di riuscire a dimostrare il delitto di malversazione di fondi pubblici, di cui sono accusati tutti i componenti dell’ex-governo per il referendum. Considerando che la Generalitat aveva il bilancio controllato dal governo spagnolo fin dal 2015 e commissariato negli ultimi giorni del settembre scorso. Contraddizione che ha aperto un inedito conflitto tra il ministro del Tesoro Montoro, che deve mostrarsi commissario efficiente, e il giudice Llarena, che teme di vedere compromesso l’altro aspetto del suo impianto processuale.

Per entrambi i delitti la giustizia spagnola ha infatti chiesto l’estradizione degli imputati esiliati: di Carles Puigdemont, prima a Bruxelles e ora in libertà condizionata in Germania, di Clara Ponsatí in libertà condizionata nel Regno Unito, di Toni Comín in libertà condizionata a Bruxelles e di Marta Rovira rifugiatasi in Svizzera, imputati di ribellione; di Lluís Puig e Meritxell Serret a Bruxelles accusati di malversazione; mentre per Anna Gabriel non c’è richiesta di estradizione dalla Svizzera, perché imputata di disobbedienza.

Il movimento indipendentista si è sempre appellato a una mediazione europea senza successo, perché la Commissione ha continuato a sostenere che si tratta di una questione interna allo Stato spagnolo. La strategia di Puigdemont è stata quella d’internazionalizzare il conflitto, per evidenziare il carattere politico della persecuzione giudiziaria. Il suo arresto in Germania e quello successivo di altri cinque dirigenti dell’indipendentismo hanno suscitato più di una perplessità nelle opinioni pubbliche europee e sui media internazionali. Il tribunale tedesco non ha riconosciuto gli estremi di violenza per l’estradizione di Puigdemont; la giustizia britannica si è presa del tempo per esaminare le carte relative all’imputata Ponsatí; in Belgio, la giustizia sta istruendo la richiesta relativa agli altri imputati; la Svizzera ha già detto che non concederà estradizioni per ragioni politiche. E il Comitato dei Diritti Umani dell’Onu, sollecitato da Jordi Sánchez perché era stato impedito a presentarsi come candidato a president della Generalitat, raccomanda che ne siano garantiti i diritti politici. Una vicenda tutta spagnola su cui peserà il giudizio di almeno altri quattro paesi europei.
 
 




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IL CASO PUIGDEMONT: LA "PROVA DEL FUOCO" DEL MANDATO D'ARRESTO EUROPEO

 
DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO
 
4 luglio 2018 |
Luigi Foffani
 
 
 
Per leggere la decisione dell'OLG del 5 aprile 2018, clicca qui.
Per leggere la decisione definitiva dell'OLG del 12 luglio 2018, clicca qui.
 
1. La mattina del 25 marzo 2018 Carles Puigdemont, ex-Presidente della Generalitat de Catalunya, viene fermato alla guida di un automobile su un’autostrada dello Schleswig-Holstein, pochi chilometri dopo l’ingresso nel territorio della Repubblica Federale Tedesca. Puigdemont – che risiedeva a Bruxelles dal 28 ottobre 2017, per sfuggire al mandato di cattura del Tribunal Supremo spagnolo – si era recato in Danimarca per una conferenza e stava rientrando in Belgio attraverso la Germania. Contro di lui viene emessa una richiesta di mandato d’arresto europeo (MAE) per i delitti di “ribellione” (“rebelión”: art. 472 CP esp) e peculato (“malversación de caudales públicos”: art. 432 e 252 CP esp).

L’Oberlandsgericht dello Schsleswig-Holstein, con la decisione del 5 aprile 2018 respinge senza esitazione la richiesta di mandato d’arresto europeo per quanto riguarda il delitto di “rebelión”: tale delitto infatti non ricade in alcun modo nel “campo d’applicazione del mandato d’arresto europeo” descritto dall’art. 2 della Decisione quadro del 13 giugno 2002 “relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri” (2002/584/GAI) ed anche la richiesta di estradizione appare a prima vista inammissibile per la mancanza di una “beiderseitige Strafbarkeit” (“doppia incriminazione”).

Diversamente invece non sarebbe inammissibile – secondo l’OLG Schleswig-Holstein – la richiesta di mandato d’arresto europeo in relazione al secondo delitto (peculato, “malversación de caudales públicos”, “Veruntreuung öffentlicher Gelder”), che sarebbe riconducibile alla fattispecie di corruzione richiamata dalla Decisione quadro; ma la richiesta del Tribunal Supremo spagnolo – secondo l’OLG – “non contiene una sufficiente descrizione delle circostanze, sulla base delle quali il reato sarebbe stato commesso, con una necessaria concretizzazione del rimprovero penale, che renda possibile la sua riconducibilità al comportamento addebitato all’imputato. […] Non è chiaro peraltro se lo Stato sia stato realmente gravato di questi costi, nella misura in cui questi siano stati effettivamente pagati con fondi del bilancio regionale e se l’imputato abbia occasionato queste spese”.

La decisione dell’OLG Schleswig-Holstein risulta pienamente corretta e convincente, sulla base della disciplina europea e nazionale del mandato d’arresto europeo e dell’estradizione.
 
2. Quanto al primo e più importante punto (il supposto delitto di “rebelión”) è del tutto evidente l’inesistenza in concreto del requisito della “doppia incriminazione” (“beiderseitige Strafbarkeit”, “double criminality”), necessario per dar corso alla richiesta di estradizione ai sensi del § 3 comma 1 della legge sulla cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale (Gesetz über die Internationale Rechtshilfe in Strafsachen, IRG).

Il comportamento tenuto da Puigdemont e dagli altri leader indipendentisti durante tutto il percorso politico-istituzionale che ha portato al referendum dell’1 ottobre 2017 e alla successiva dichiarazione unilaterale di indipendenza del 27 ottobre sarebbe infatti – sulla base di una ipotetica applicazione al caso in esame del diritto tedesco – penalmente irrilevante. Il delitto di “Hochverrat gegen den Bund” (“alto tradimento contro lo Stato federale”) – punito dal § 81 StGB con l’ergastolo o con una pena detentiva non inferiore a 10 anni – richiede infatti che si sia concretamente perseguita la separazione di una parte del territorio nazionale “con violenza o tramite minaccia di violenza” (“mit Gewalt oder durch Drohung mit Gewalt”). L’OLG Schleswig-Holstein richiama correttamente la giurisprudenza del Bundesgerichtshof tedesco, che richiede per l’applicazione in concreto di una così grave fattispecie incriminatrice – ed anche della molto più lieve ipotesi della “violenza contro un organo costituzionale” (“Nötigung eines Verfassungsorgans“: § 105 comma 1 StGB) – che la violenza impiegata o minacciata dai rivoltosi abbia concretamente annullato la libertà di decisione nel caso specifico dell’organo costituzionale destinatario della violenza. Un’ipotesi che – come correttamente rileva l’OLG Schleswig-Holstein – mai si è concretamente verificata durante il processo indipendentista dei mesi scorsi, né nei confronti del Parlamento catalano, né nei confronti delle Cortes spagnole.

Ma a ben vedere anche sulla base del diritto spagnolo – che l’OLG Schleswig-Holstein non prende in considerazione, in quanto una simile analisi non rientrava nelle sue competenze – l’imputazione formulata dal Tribunal Supremo spagnolo risulta del tutto inverosimile. Il delitto di “rebelión[1] (art. 472 e 473 CP) punisce infatti con una pena elevatissima (reclusione da 25 a 30 anni, poiché il Tribunal Supremo contesta a Puigdemont e agli altri imputati l’aggravante di aver “distratto i fondi pubblici dalla loro legittima destinazione”) “los que se alzaren violenta y públicamente para cualquiera de los fines siguientes” (“coloro che si sollevino violentemente e pubblicamente per qualsiasi delle seguenti finalità”), fra le quali finalità viene prevista espressamente “declarar la indepedencia de una parte del territorio nacional” (art. 472 n. 5° CP esp.).

L’unico elemento di questo gravissimo delitto che possa ragionevolmente ritenersi integrato dal processo indipendentista catalano è l’evento, ossia la dichiarazione unilaterale di indipendenza del 27 ottobre 2017, in esecuzione del risultato del referendum dell’1 ottobre (dichiarato preventivamente illegittimo dal Tribunal constitucional). È indiscutibile dunque l’esistenza della finalità tipica del delitto di “rebelión” a carico di Puigdemont e degli altri imputati, ma è altrettanto evidente l’assoluta inesistenza della condotta materiale tipica di tale grave delitto e soprattutto di un qualsivoglia nesso di causalità fra la condotta e l’evento che rappresentava l’obiettivo di tale illecita finalità.
L’art. 472 descrive la condotta tipica come il fatto di “alzarse violenta y públicamente” per conseguire una delle finalità penalmente rilevanti della “rebelión” (quale appunto la separazione della Catalunya dallo Stato spagnolo). In realtà chiunque sia stato in Catalunya nei mesi scorsi ha potuto rilevare il carattere assolutamente pacifico del processo indipendentista: l’unica violenza è stata quella delle ripetute cariche di polizia dell’1 ottobre per tentare di impedire l’esercizio del voto in quello che il Governo spagnolo ed il Tribunal constitucional avevano definito come un referendum illegale e incostituzionale.

Ma quand’anche si fossero verificate delle manifestazioni pubbliche di violenza nelle settimane e nei mesi antecedenti al referendum e alla successiva dichiarazione unilaterale di indipendenza, e quand’anche si potesse dimostrare la riconducibilità degli atti di violenza alle decisioni assunte dall’ex Presidente della Generalitat e dalla cupola dei partiti e movimenti indipendentisti – come tenta di dimostrare il provvedimento del Tribunal Supremo spagnolo – ciò che comunque sarebbe inesistente ed indimostrabile sarebbe il nesso di causalità fra gli atti di violenza (condotta tipica del delitto di “rebelión”) e l’evento rappresentato dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna. Quest’ultima infatti è derivata da un voto espresso dalla maggioranza del Parlamento catalano il 27 ottobre 2017 in esecuzione del risultato del referendum dell’1 ottobre e la maggioranza in questione era esattamente quella corrispondente ai seggi conseguiti dai partiti indipendentisti alle ultime elezioni catalane. I partiti indipendentisti (Junts x sì e CUP) avevano espressamente dichiarato già in campagna elettorale l’intendimento di giungere a promuovere un referendum sull’indipendenza, nonostante la ferma e reiterata opposizione del Governo spagnolo e le prese di posizione in senso contrario del Tribunal constitucional. Il voto del Parlamento catalano del 27 ottobre 2017 è null’altro che la naturale e fedele conseguenza delle elezioni catalane del 27 settembre 2015, per nulla influenzato dalle ipotetiche manifestazioni di violenza che il Tribunal Supremo spagnolo imputa all’azione politica dell’allora Presidente della Generalitat e degli altri leader indipendentisti.

In conclusione, dunque, del delitto di “rebelión” previsto dal Codigo penal spagnolo può essere contestata a Puigdemont e agli altri imputati solo ed esclusivamente la finalità – dichiarata pubblicamente, perseguita con coerenza ed infine conseguita, sia pure in termini assolutamente effimeri e più simbolici che reali – di separare la Catalogna dallo Stato spagnolo. Troppo poco, evidentemente, per ritenere integrati gli elementi costitutivi di un gravissimo delitto che il legislatore spagnolo aveva pensato e descritto con riferimento a vicende di tutt’altra natura, come un tentativo di colpo di stato, un’insurrezione armata, un sollevamento di gruppi militari o paramilitari[2], ecc.

È vero che il delitto di “rebelión” è stato costruito dal legislatore spagnolo come una fattispecie a dolo specifico, che non richiede la realizzazione materiale della finalità secessionista; ma è altrettanto evidente che – se non si vuole cadere nella deriva di un “Gesinnungsstrafrecht” di matrice chiaramente autoritaria – la consumazione di un reato di tale gravità non può non presupporre una condotta violenta non solo soggettivamente indirizzata, ma anche oggettivamente idonea, a realizzare la predetta finalità secessionista.

Mutatis mutandis, sarebbe come se i consigli regionali di Lombardia e Veneto, anziché assumere alcuni mesi or solo la legittima iniziativa di un referendum popolare per promuovere una maggiore autonomia delle rispettive Regioni, avessero voluto organizzare un referendum per la secessione dallo Stato italiano: la reazione delle autorità governative statali sarebbe stata verosimilmente quella di promuovere un conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale; ma certo a nessun ufficio di procura sarebbe venuto in mente di promuovere un’azione penale per “attentato contro organi costituzionali o contro le assemblee regionali” ex art. 289 c.p. o addirittura un’“insurrezione armata contro i poteri dello Stato” ex art. 284 c.p. Ciò che è avvenuto in Spagna, viceversa, è stata una repentina criminalizzazione del conflitto politico-territoriale catalano attraverso un uso assai discutibile e spregiudicato dello strumento penale.

L’evidente forzatura interpretativa della ricostruzione operata dal Tribunal Supremo spagnolo è verosimilmente alla base di ciò che l’OLG dello Schleswig Holstein non scrive nella propria decisione, ma sembra implicitamente ritenere: il venir meno nella vicenda in esame del principio della fiducia reciproca fra gli ordinamenti che è alla base della Decisione quadro sul mandato d’arresto europeo e di tutto il sistema della cooperazione giudiziaria europea e la convinzione (anch’essa implicita) che in Spagna non vi sarebbero oggi le condizioni per un giusto processo (“fair trial”) nei confronti di Puigdemont per il delitto di “rebelión”. Una convinzione implicita che trova conferma nel fatto che da molti mesi numerosi esponenti del decaduto Governo catalano ed altri leader indipendentisti si trovino in custodia preventiva per la medesima contestazione del delitto di “rebelión”.
 
3. Quanto infine al secondo punto della decisione dell’Oberlandsgericht dello Schleswig Holstein, suscita perplessità l’affermazione – sostenuta nella richiesta di mandato d’arresto europeo avanzata dal Tribunal Supremo spagnolo e ripresa in termini adesivi dalla decisione dell’OLG – secondo la quale il delitto di peculato (“malversación de caudales públicos”, “Veruntreuung öffentlicher Gelder”), contestato dal Giudice istruttore del Tribunal Supremo a Puigdemont e ad altri esponenti del decaduto Governo catalano, sarebbe riconducibile alla fattispecie della corruzione presente nel catalogo dei reati presupposto del mandato d’arresto europeo.

Non vale infatti sostenere che la Convenzione ONU sulla corruzione del 2003 ed altre iniziative internazionali intendono la corruzione in senso ampio ed atecnico, come comprensiva anche di altre figure di reato del settore pubblico, come appunto la “malversación de caudales públicos”. Un conto infatti è una convenzione internazionale che – nel generico intento politico di contrastare fenomeni di corruzione intesa nel senso più ampio del termine (in senso sociologico più che giuridico-penale) – chieda ai legislatori nazionali di incriminare anche altre ipotesi di reato diverse dalla specifica fattispecie della corruzione; cosa completamente diversa invece è una Decisione quadro che – comportando l’adozione di misure restrittive della libertà personale nella forma del mandato d’arresto europeo – va interpretata in senso tecnico e restrittivo in ordine al “campo d’applicazione del mandato d’arresto europeo” di cui all’art. 2 della Decisione quadro.

In ogni caso gli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale avrebbero comunque potuto essere utilmente attivati in forma di richiesta di estradizione, poiché sussiste senz’altro, nell’ipotesi in esame, il requisito della doppia incriminazione: la “malversación de caudales públicos” di cui agli art. 432 e 252 CP esp. – sostanzialmente equivalente alla fattispecie di peculato ex art. 314 c.p. it. – trova infatti corrispondenza nella più generale fattispecie di “Untreue” o “infedeltà patrimoniale” (§ 266 StGB), suscettibile di trovare applicazione anche nel settore pubblico in presenza di condotte di “Veruntreuung öffentlicher Gelder” (“gestione infedele di fondi pubblici”).

La richiesta del Tribunal Supremo spagnolo non trova tuttavia accoglimento – come già segnalato all’inizio di questo commento – per la carente descrizione, da parte dell’autorità richiedente, delle circostanze di fatto sulla base delle quali si sosterrebbe la responsabilità dell’imputato da estradare[3]. Un ulteriore ed evidente sintomo di quella implicita carenza di fiducia – da parte dell’autorità giudiziaria a cui è rivolta la richiesta di estradizione – circa la fondatezza dell’impianto accusatorio costruito dal Giudice istruttore del Tribunal Supremo spagnolo contro i leader del processo indipendentista.
 
4. In conclusione: dopo questa decisione interlocutoria – alla quale ha fatto seguito una rinnovata richiesta delle autorità giudiziarie spagnole, che insistono con fermezza nella pretesa di sottoporre a processo l’ex Presidente della Generalitat Carles Puigdemont – siamo in attesa della decisione definitiva dell’OLG dello Schleswig Holstein. Qualunque sarà la decisione definitiva, essa segnerà comunque una pietra miliare – in un senso o nell’altro – nella storia del mandato d’arresto europeo e della cooperazione giudiziaria europea.
 
5. Nelle more della conclusione di questo breve commento è sopraggiunta finalmente la decisione definitiva dell’OLG Schleswig-Holstein del 12 luglio 2018, che sostanzialmente conferma la decisione precedente, negando l’estradizione per il delitto di “rebelión” ed ammettendola invece per la “malversación de caudales públicos”. Una settimana più tardi – il 19 luglio – il Giudice istruttore del Tribunal Supremo Pablo Llarena ha deciso, con suo autonomo provvedimento, di rifiutare l’estradizione “dimezzata” [4] e di ritirare tutte le richieste di estradizione e di ordine d’arresto europeo nel frattempo indirizzate in Belgio, Scozia e Svizzera contro altri politici indipendentisti di primo piano rifugiatisi all’estero per sfuggire all’arresto in Spagna.

Sembra dunque chiudersi definitivamente – con un passo indietro dell’autorità giudiziaria spagnola (a malincuore e non senza considerazioni polemiche nei confronti della pronuncia della magistratura tedesca) – la partita europea e internazionale per la soluzione penale della questione independentista catalana[5] e la palla ritorna nuovamente nel campo della politica: una politica che – con nuovi attori protagonisti (tanto a Barcellona – con la Presidenza della Generalitat di Quim Torra – quanto a Madrid, dopo la caduta a sorpresa del governo di Mariano Rajoy e l’arrivo alla Moncloa di Pedro Sanchez) – tenta di riprendere – con estrema prudenza da ambo le parti, ma con qualche nuova timida speranza – la difficile via del dialogo e della ricerca di una soluzione politica condivisa alla crisi costituzionale aperta dalla domanda di indipendenza di una parte (sia pur lievemente) maggioritaria della società civile e politica catalana.
 
_____________________________________ 
 
[1] Sul quale v. per tutti in dottrina il recentissimo contributo di M. Cugat Mauri, La violencia como elemento del delito de rebelión, in Liber Amicorum. Estudios Juridicos en Homenaje al Prof. Dr. Dr.h.c. Juan M. Terradillos Basoco, Valencia, Tirant Lo Blanch, 2018, p. 567-582.
[2] Esempio paradigmatico fu il tentativo di colpo di stato militare che ebbe luogo il 23 febbraio 1981, nel quale una parte dell’esercito spagnolo comandato dal tenente colonnello Tejero fece irruzione nel Parlamento durante il voto di fiducia al Primo Ministro Adolfo Suarez, prendendo in ostaggio parlamentari e governo, mentre altri gruppi militari invadevano alcune strade di Valencia con carrarmati e soldati ed intendevano inviare una divisione di carristi a Madrid per occupare la capitale.
[3] Di fronte per di più a dichiarazioni pubbliche della stessa autorità governativa spagnola (l’ex Ministro delle Finanze Montoro) che a suo tempo aveva riconosciuto che per la realizzazione del referendum indipendentista catalano non erano stati impiegati fondi ricavati dal bilancio pubblico. 
[4] Probabilmente si è tenuto in conto in questa decisione il rischio che per il solo delitto di “malversación de caudales públicos” difficilmente sarebbe stato sostenibile un lungo protrarsi della custodia cautelare in carcere di Puigdemont, e che una volta liberato questi avrebbe potuto esercitare senza limiti il proprio mandato di parlamentare catalano e finanche essere nuovamente eletto come Presidente della Generalitat.
[5] V. ad es.: Llarena da por perdida la batalla europea de la rebelión, in La Vanguardia, ed. online, 19 luglio 2018. 




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Investing in green infrastructure will bring multiple returns to nature, society and people

The European Commission adopted a new strategy for encouraging the use of green infrastructure, and for ensuring that the enhancement of natural processes becomes a systematic part of spatial planning. Green Infrastructure is a tried and tested tool that uses nature to provide ecological, economic and social benefits. Instead of building flood protection infrastructure, for example, a green infrastructure solution would be to allow a natural wetland to absorb the excess water from heavy rain.

Green infrastructure is often cheaper and more durable than alternatives provided through conventional civil engineering. Biodiversity-rich parks, green spaces and fresh air corridors can for example mitigate the negative effects of summer heat waves. In addition to the health and environmental benefits, green infrastructure also brings multiple social benefits: it creates jobs and makes cities more appealing places to live and work. And it allows for wildlife to thrive, even in an urban context.

Environment Commissioner Janez Potočnik said: "Building green infrastructure is often a good investment for nature, for the economy and for jobs. We should provide society with solutions that work with nature instead of against it, where that makes economic and environmental sense."

More about the EC Green Infrastructure here: http://ec.europa.eu/environment/nature/ecosystems/index_en.htm

 





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Job Alert: Research Associate - Linking Biodiversity Data to Policy, University of Cambridge

The University of Cambridge invites for applications for a Research Associate to work on EU-BON, a major EU-funded research project seeking to improve the use of biodiversity data in public policy.

Applicants should have a PhD in a relevant social science or conservation science. Experience in both qualitative and quantitative analysis is desirable. Applicants should ideally have some first-hand experience of public policy processes and a willingness to travel within the European Union for research. Excellent organisational and communication skills will be essential in working as a successful part of this large, multi-partner and multinational team.

The researcher will carry out research on how biodiversity data is currently used in European policy making and will contribute to analysis of the opportunities to increase its effective provision and use. Research methods are likely to combine qualitative and quantitate analysis and to focus on the use of biodiversity data in public policy contexts. It is expected that some of the research will take place in Brussels. The researcher will have considerable freedom in defining the research project in discussion with Dr Doubleday and Prof Sutherland. In addition to carrying out research on the use of biodiversity data in European policy making, the researcher will support Cambridge's contribution to EU BON as a whole. This will involve contributing to other workpackages as and when required. More information about EU BON can be found here: http://www.eubon.eu

Fixed-term: The funds for this post are available for 36 months in the first instance.

Completed applications consisting of a CHRIS/6 (Parts I & III) (downloadable from http://www.admin.cam.ac.uk/offices/hr/forms/chris6/) a covering letter, and CV, should be sent to Danielle Feger, via email: geogrec@hermes.cam.ac.uk or sent to Research Administrator, Department of Geography, Downing Site, Cambridge, CB2 3EN

Please quote reference LC01355 on your application and in any correspondence about this vacancy.

Any enquiries concerning the position can be made to Dr Robert Doubleday, rob.doubleday@csap.cam.ac.uk

For more information about the position, please visit: http://www.jobs.cam.ac.uk/job/1611/

 





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43rd Annual Meeting of the Ecological Society of Germany, Austria and Switzerland

In 2013, the University of Potsdam will host the 43rd Annual Meeting of the Ecological Society of Germany, Austria and Switzerland. The meeting (www.gfoe-2013.de) will take place from September 9 to 13, 2013 in Potsdam, Germany.

The guiding theme of the 43rd Annual Meeting is "Building bridges in ecology - linking systems, scales and disciplines".
Along the lines of this guiding theme, we will stimulate scientific discussions about all aspects in basic and applied ecological research contributing to better connect.

 

 





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EU BON WP3/WP4 kick-off meeting, Solsona, Spain

A joint EU BON WP3-WP4 meeting took place on 25-27 November 2013 in Solsona, Spain. The main aim of the meeting was to officially kick off WP3 and provide forum for discussion of the planned work. The two work packages were presented with their main aims, scope and objectives. The place of the two work packages in the broader framework of EU BON, and the cross-links between the two, were also discussed.

In the following interview Hannu Saarenmaa and Klaus Henle share insights from the meeting:

 

1) WP3 ‘Improving tools and methods for data analysis and interface’ and WP 4 ‘Link environment to biodiversity: analyses of patterns, processes and trends’ are two of the core work packages in EU BON that are expected to accumulate a lot of genuine data and develop new tools for data analysis and interface. Can you explain in short what will your main activities involve?

HS: I can contribute to the project and these WPs a large-scale modelling technology from the BioVeL project that can process hundreds of species. This would be an engine to compute the first real Essential Biodiversity Variables (EBV).

KH: Our main activities will involve an analysis how available effort is best allocated in time and space to optimize results from monitoring. We will further assess how different sources of uncertainty influence conclusions derived from the analysis of monitroing data

2) What were the main results of the meeting in terms of the planned work and WP management?

HS: It was proposed to set up an EBV Task Force across the EU BON project.  If we can do that, it would really give a thrust for the project. If we could pick up the Database of Monitoring Schemes from the EUMON project, as discussed, that would give us access to some large datasets.

KH: One main result was the identification of the concrete responsibilities (e.g. data provision, data analysis for terrestrial, freshwater and marine biodiversity) within the workpackage and to identify explicitly links to other workpackages.

3) What novelty will the work in these two work packages bring and what will the major results be?

HS: If they can create a new Ecological Niche Modelling algorithm that can also deal with spatial patterns, that would be interesting.  Such a model actually exists in MigClim, but it is not yet widely used.

KH: We will get recommendations how monitoring can be optimized and a more comprehensive understanding of changes in biodiversity and their underlying causes

4) What are the immediate planned activities and when can the first results be expected?

KH: The most immediate planned activities it the screening of potentially available data needed for the analysis

5) How will the WP3/4 interact with GEO BON?

HS: The proposed EBV Task Force would need to interface very closely with GEO BON.

KH: We are engaged directly with key members of GEO-BON; e.g. we have regular meetings with Henrique Perreira.





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Welcome to a new associate partner: MOU signed with HaMAARAG

EU BON takes care to enhance the expertise of its consortium by affiliating associate partners, an approach the project is planning to continue with. EU BON is pleased to welcome the latest addition to our list of associate partners - HaMAARAG- The Israel National Program for Ecosystem Assessment.

HaMaarag was established in 2006, following a decade’s worth of research in Long Term Ecological Research (LTER) stations. Its main objective is to promotescience-based management of open landscapes and natural resources, for human well-being and for long-term sustainability of nature in Israel.

HaMaarag aims to:
•   Generate science-based knowledge about the state of ecosystems and biodiversity in Israel
   Strengthen the relationship between scientific knowledge, management and policymaking, in the fields of natural resource and open landscape management, land use planning and nature conservation.
   Improve accessibility of this knowledge to decision-makers and the general public.

By achieving these aims, HaMaarag promotes the development of a common language, knowledge base and perspective regarding ecosystems in Israel, thus facilitating efficiency of management and policy within the relevant organizations.





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Memorandum of understanding signed between EU BON and CETAF (Consortium of European Taxonomic Facilities)

A memorandum of understanding has been signed between EU BON and CETAF (Consortium of European Taxonomic Facilities, AISBL). The document was signed by EU BON project coordinator Christoph Häuser and the Chair of CETAF, Dr. Michelle J. Price, during the 35th CETAF General Meeting in Oslo, 6-7 May, 2014.
 
CETAF is a networked consortium of scientific institutions in Europe formed to promote training, research and understanding of systematic biology and palaeobiology, Together, CETAF institutions hold very substantial biological (zoological and botanical), palaeobiological, and geological collections and provide the resources necessary for the work of thousands of researchers in a variety of scientific disciplines.
 
Meanwhile the list of MoU signed by EU BON has grown with further institutions/projects joining: http://www.eubon.eu/showpage.php?storyid=10373




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Environment: Commission launches new platform to help resolve social conflicts over large carnivores

Europe's brown bear, wolf, wolverine, lynx – at least one of these species can now be found in 21 EU Member States. After a lengthy period of decline their numbers are growing once more, but coexistence with man can be problematic. In an effort to solve the social and economic problems that sometimes result from this new expansion, the European Commission has launched a platform where farmers, conservationists, hunters, landowners and scientists can exchange ideas and best practices on sharing the same land with large carnivores.

The EU Platform on Coexistence between People and Large Carnivores will support constructive dialogue between key stakeholder organisations at the European level. Launching the platform, EU Environment Commissioner Janez Potočnik said: "We need to treat our natural neighbours with respect – but we also need to heed the concerns of those whose lives are genuinely affected by their close proximity. My warm congratulations to the organisations that have worked together to set up this important platform, which represents a major step forward in efforts to address the issue of peaceful coexistence."

The European Union is home to five species of large carnivores. All suffered dramatic declines in numbers and distribution as a consequence of human activity, but increasing protection and public awareness about their vital role in healthy ecosystems have caused many populations to stabilize or increase, and to return to areas from which they had been absent for decades or even centuries.

While this recovery is seen by some as a great conservation success, it has not been without its opponents. The issue involves a diversity of stakeholders such as hunters, foresters, livestock producers, reindeer herders, landowners, rural communities, conservation organizations and the wider public. These groups are influenced by and perceive large carnivores in different ways, and in some cases these differences can be a source of conflict. The platform will facilitate exchanges of knowledge and promote ways and means to minimize, and wherever possible, find equitable solutions to these conflicts.

The platform launched today follows a number of efforts to understand the conflicts between stakeholders over large carnivores, the results of which were set out in workshops conclusions and in a report.

Next steps

The Platform will hold its first working session immediately following the official launch today, on 10 June. It will adopt terms of reference and a work plan. The Platform will hold one annual meeting and organize additional workshops on selected topics. It will be supported by a web-based resource centre that will serve as the main tool to disseminate information on the activities of the platform, identify good practices in the form of documents or a manual, act as a gateway to the portals of the member organisations, and host media resources such as press kits for journalists.

For more information:

Original press release: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-648_en.htm

Visit the large carnivore website of DG Environment at http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/carnivores/index_en.htm

http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm

The signing ceremony and moderated panel discussion is streamed (https://new.livestream.com/corlive1/events/2977474/embed) on the internet (also see http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/carnivores/index_en.htm)





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EU BON announces four new associated partners

EU BON is happy to announce that Memoranda of Understanding have been signed with four new associated partners. The EU BON family is now joined by DataOne (Observation Network for Earth), USA; Fondation pour la Recherche sur la Biodiversité (FRB) / ECOSCOPE, France; Atlas Florae Europaeae (AFE), Finland; and the Natural Environment Centre / SYKE (Finnish Environment Institute), Finland. Welcome to all!

 

DataOne (Observation Network for Earth)

DataONE is the foundation of new innovative environmental science through a distributed framework and sustainable cyberinfrastructure that meets the needs of science and society for open, persistent, robust, and secure access to well-described and easily discovered Earth observational data.

 

Fondation pour la Recherche sur la Biodiversité (FRB) / ECOSCOPE

ECOSCOPE is a national network for long-term observation of biodiversity supported by the French Alliance for Research in Environment. ECOSCOPE aims at coordinating and reinforcing biodiversity observatories through specific actions to contribute to national and global efforts 1 / to support research in understanding and anticipating state and changes in biodiversity and associated ecosystem services and 2 / to provide information and synthesis to support decision making. It has been labelled BON in 2012.

 

Atlas Florae Europaeae (AFE)

Atlas Florae Europaeae (AFE) is a running long-term programme for mapping the distribution of vascular plants in Europe. The project was launched already in 1965 as a collaborative effort of European botanists and since then the Secretariat was established at the Botanical Museum of the Finnish Museum of Natural History, Helsinki.

The original aim of the AFE is to offer complementary maps with taxonomic notes of species and subspecies for the published Flora Europaea.

 

Natural Environment Centre / SYKE (Finnish Environment Institute)

The Finnish Environment Institute (SYKE) promotes the conservation of biodiversity by various measures, e.g. by assessments of the conservation status of species and natural habitats or by research on methods of management and restoration of habitats. An important field of research is the significance of ecosystem services and their interactions with biodiversity. SYKE's tasks also include finding solutions to problems with invasive species, assessment of the environmental impacts of genetically modified organisms and permits for international trade in endangered species.

 

 





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The Spiral Project Handbook: Effective interfaces between science, policy and society

The Spiral Project Handbook: Effective interfaces between science, policy and society was developed as part of the SPIRAL project. SPIRAL is an interdisciplinary research project that studies science-policy interfaces between biodiversity research and policy to draw lessons and improve the conservation and sustainable use of biodiversity.
 
This handbook provides a manual for projects and individuals interested in designing or improving interfaces between science, policy and society. It is challenging – but important – to establish appropriate connections between the diverse insights and perspectives of scientists and other knowledge holders, and the needs and interests of decision-takers, implementers and other knowledge users. These connections and interactions are the "science-policy interface" (SPI). Designing and improving SPIs of EU-funded research projects is the aim of this handbook.
 
The handbook is structured around five main issues. It starts with a brief introduction to what SPIs are, and what they are not. Then moves on to the issue of why SPIs are needed before looking at certain important attributes of SPIs, namely credibility, relevance, legitimacy and iterativity. In the next part of the handbook, some steps and recommendations for designing, maintaining and improving the SPIs of EUfunded research projects are outlined. As part of this some factors facilitating successful SPIs are discussed.
 
SPIRAL was funded under the EU 7th Framework Programme, contract number 244035.
 
Original Source:
 
Young, J.C., Watt, A.D. van den Hove, S. and the SPIRAL project team1. 2013. Effective interfaces between science, policy and society: the SPIRAL project handbook. http://www.spiralproject.eu/content/documents

 





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LTER Europe - a new associated partner

EU BON is pleased to welcome a new associated partner Long-Term Ecosystem Research (LTER) Europe to its family!

Long-Term Ecosystem Research (LTER) is an essential component of world-wide efforts to better understand ecosystems. This comprises their structure, functions, and long-term response to environmental, societal and economic drivers. LTER contributes to the knowledge base informing policy and to the development of management options in response to the Grand Challenges under Global Change.

From the beginning (around 2003) the design of LTER-Europe has focussed on the integration of natural sciences and ecosystem research approaches, including the human dimension. LTER-Europe was heavily involved in conceptualizing socio-ecological research (LTSER). As well as LTER Sites, LTER-Europe features LTSER Platforms, acting as test infrastructures for a new generation of ecosystem research across European environmental and socio-economic gradients.

 

 





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Nature-Based Solutions: Innovation potential for Smart, Sustainable and Inclusive Growth in Europe

On Tuesday 30 September 2014, the European Parliament Intergroup on "Climate Change, Biodiversity and Sustainable Development", in collaboration with the European Commission and the International Union for Conservation of Nature (IUCN), organised a full day conference entitled: "Nature-Based Solutions: Innovation potential for Smart, Sustainable and Inclusive Growth in Europe."

Bringing together 140 participants including representatives from the European Institutions, local and regional authorities, research institutes, NGOs and International organisations, as well as private sector representatives, this conference aimed at promoting the solutions that nature can offer in tackling major challenges, such as climate change and natural disasters, in ensuring food security to an increasing population, in protecting the health of European citizens, and the conservation of biodiversity in the EU and at the global level.

The speakers, panellists and participants in the audience all agreed that using nature to tackle some of the most pressing challenges of our time can be cost-effective, can help safeguard the environment and halt biodiversity loss, and can provide numerous economic and social benefits by creating jobs and growth and by stimulating innovation.
 
Read more and find results from the conference here.




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Memorandum of Understanding signed: EU BON and Socientize

A Memorandum of Understanding (MoU) was signed at the second EU BON Stakeholder Roundtable on Citizen Science between Christoph Häuser, on behalf of EU BON, and Fermin Serrano Sanz, on behalf of the Citizen Science Project Socientize at the 27th of November 2014. The Roundtable on Citizen Science took place at the Museum für Naturkunde in Berlin, Germany and followed the General Assembly Meeting of the European Citizen Science Association. 

Signing the MoU: (left) Christoph Häuser, EU BON and (right) Fermin Serrano Sanz, Socientize

Socientize (Society as e-Infrastructure through technology, innovation and creativity) is a Citizen Science Project that was funded by the European Union. The project aims to coordinate agents involved in the citizen science process and to foster and promote the usage of citizen science infrastructures.  There are several linkages between the citizen science related work of EU BON and Socientize (e.g. policy recommendations for citizen science) and by signing the MoU, a further exchange and follow-ups were agreed.





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Northern lights and solar eclipse celebrate new data standards for biodiversity observation

EU BON and CETAF informatics groups had an astronomically successful meeting at Digitarium in Joensuu, Finland, 17-20 March 2015. The event coincided with solar eclipse and show of the decade for northern lights.

Major progress in data standards for information exchange took place during the week when the Biodiversity Information Standards TDWG organisation announced ratification of five new terms for quantitative biodiversity data, which had been proposed by the EU BON project one year earlier. The new terms include, in particular, organismQuantity and sampleSizeValue. This allows for exchange of ecological data in much wider scale than what has been possible until now. The participants of the meeting applauded for this occasion.

Northern lights over Joensuu Science Park 2015-03-18. Photo: Riitta Tegelberg

The meeting included a training workshop on new data sharing tools, and working sessions for designing the EU BON portal, which will allow using biodiversity observation data in research.

The 40 attendees came from 18 different countries.

Participants at the meeting.

During the meeting the attendees also were given presentations and demonstrations of Digitarium's equipment and methods for high-performance digitisation.

 





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EU BON Job Alert: Research Associate, University of Cambridge (Fixed Term)

The University of Cambridge invites for applications for a Research Associate to work on EU-BON, a major EU-funded research project, seeking to improve the use of biodiversity data in public policy. EU-BON will carry out research towards building a European gateway for biodiversity information, which will integrate a wide range of biodiversity data from on ground observations to remote sensing datasets and make it accessible for scientists, policy makers, and the public. The project is coordinated from the Berlin Natural History Museum with the University of Cambridge contribution being led Professor William Sutherland (Department of Zoology) and Dr Robert Doubleday (Centre for Science and Policy and Department of Geography). EU-BON started on 1 December 2012 and runs for 4.5 years.

The post The researcher will carry out research on how biodiversity data is currently used in European policy making and will contribute to analysis of the opportunities to increase its effective provision and use. Research methods are likely to combine qualitative and quantitative analysis and to focus on the use of biodiversity data in public policy contexts. The researcher will be expected to spend time working in both the Department of Zoology and the Centre for Science and Policy.

In addition to carrying out research on the use of biodiversity data in European policy making, the researcher will support Cambridge's contribution to EU BON as a whole. This will involve contributing to other workpackages as and when required. More information about EU BON can be found here:http://www.eubon.eu

Person Specification Applicants should have a PhD in a relevant field. Experience in both qualitative and quantitative analysis is desirable. Applicants should ideally have some first-hand experience of public policy processes and a willingness to travel within the European Union for research. Excellent organisational and communication skills will be essential in working as a successful part of this large, multi-partner and multinational team.

Any enquiries concerning the position can be made to Dr Robert Doubleday,rob.doubleday@csap.cam.ac.uk or Professor William Sutherland, w.sutherland@zoo.cam.ac.uk

Interviews for this post will take place on Thursday 18th June 2015.

To apply and for more information, please go to teh official job offer.





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New associated partner: GFBio - German Federation for Biological Data

EU BON is happy to announce a new addition to our growing family of associated partners. In April 2015, the project has signed a Memorandum of Understanding with the German Federation for Biological Data (GFBio).

GFBio is a project that brings together national key players providing environmentally related biological data and services to develop the ‘German Federation for Biological Data' . The overall goal is to provide a sustainable, service oriented, national data infrastructure facilitating data sharing and stimulating data intensive science in the fields of biological and environmental research. 

The federation will build on proven data archiving infrastructures and workflows such as those of PANGAEA for environmental data and the resources of Germany's major natural history collection data repositories. The new infrastructure will improve and integrate these existing components within a common technological and organizational framework.





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Three new Associated Partners join the EU BON family


Our family of Associated Partners has grown with three new members that joined us this month. EU BON has signed MoUs with the GLOBal Infrastructures for Supporting Biodiversity research (GLOBIS-B), the Institute of Geosciences and Earth Resources of the National Research Council of Italy (IGG-CNR) and ECOPOTENTIAL: Improving Future Ecosystem Benefits through Earth Observations, The hand over took place during the 9th GEO European Projects' Workshop in Copenhagen (15 – 16 June 2015).

 

   
Left: EU BON coordinator Christoph Hauser and Anke Hoffmann handing over the MoUs to our partners from IGG-CNR and ECOPOTENIAL  Antonello Provenzale, Carl Beierkuhnlein and Palma Blonda; Right: Handing over the MoU to Daniel Kissling - scientfic coordinator of GLOBIS-B; Credits: Anke Hoffmann
 

The GLOBIS-B project is a new H2020 project aiming to bring together biodiversity scientists with research infrastructure operators and legal interoperability experts to address the research needs and infrastructure services required to calculate Essential Biodiversity Variables (EBV) at a global scale.

ECOPOTENTIAL makes significant progress beyond the state-of-the-art and creates a unified framework for ecosystem studies and management of protected areas (PA). ECOPOTENTIAL focuses on internationally recognized PAs in Europe and beyond in a wide range of biogeographic regions, and it includes UNESCO, Natura2000 and LTER sites and Large Marine Ecosystems. Best use of Earth Observation (EO) and monitoring data is enabled by new EO open-access ecosystem data services (ECOPERNICUS). 

IGG-CNR conducts studies based on mineralogy, petrology, geochemistry, geodynamics and geophysics, aimed at understanding the processes occurring both in the interior and at the surface of the Earth, and providing the fundamental knowledge for the applications (technological use of geomaterials, mitigation of the natural risks and correct management of the Earth resources for a sustainable development).

 





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EU BON welcomes a new Associated Partner - MUSE (Museo delle Scienze)

We are happy to announce the latest member of our Associated Partners list - MUSE (Museo delle Scienze)

MUSE, or the Science Museum is an auxiliary body of the Autonomous Province of Trento. Its task is to interpret nature, starting from the mountains, using the eyes, tools, and applications of scientific research, taking advantage of the challenges of the contemporary world, stimulating scientific curiosity and the pleasure of knowledge, giving value to science, innovation, and sustainability. 

We look forward to more institutions and projects joining our Associated Partners family.





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Joint WP2/3/4/6/7 Workshop: Packaging EU BON’s outputs into solutions for decision-makers

A joint WP2/3/4/6/7 workshop took place on 23-24 November 2015 in Cambridge, UK. The overall goal of the workshop was to identify synergies and overlapping objectives across WP3/4 and 6/7 and beyond and to thereby identify applications of EU BON’s tools to decision-making, including at the policy level.

The idea for this small, focused workshop emerged as a result of the popularity and outreach achieved by the Aquamaps North-Sea fisheries infographic, developed under WP6. This infographic has demonstrated how the AquaMaps modelling tool can help answer a clear policy or question relevant to decision-making.

 

Under EU BON, WP3 and WP4 have developed some powerful tools, and more are in the making. The next challenge for EU BON is to use these tools to address policy-relevant issues/questions and to link EU-BON’s modelling capacity to policy needs. Producing cutting-edge innovations is important, but their implementation for policy and decision-making needs is what has real impact.

This is what the Cambridge workshop was about - bringing different players together to identify the right ways to make EU BON innovation policy relevant.

Outcomes of the meeting:

  • An improved vision of how to ‘market’ EU BON’s products for end-users;

  • A better understanding of the end-users and the barriers that they face in accessing and using biodiversity data tools; and

  • Improved collaboration between EU BON Work Packages and a coherent vision for future synergies.





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MUSE part of the EU BON Associated Partners family

MUSE (Museo delle Scienze) joined EU BON's Associated Partners family in November 2015. We are now happy to present some more information about the museum and its initiative - the TEAM network.

MUSE is involved in biodiversity monitoring both locally in Trento Province, southeastern Alps, and globally. In particular, its Tropical Biodiversity Section runs a long-term biodiversity research and monitoring programme in the Udzungwa Mountains of Tanzania, an outstanding site for biological diversity and endemism. In 2009, this site became the first in Africa to enter the TEAM Network, a global programme for the standardized monitoring of biodiversity across the tropical moist forests.

 
Camera trap images from the MUSE site in Tanzania; Credit: MUSE – Science Museum 

Started in 2002 by Conservation International (CI), the Tropical Ecology Assessment and Monitoring (TEAM) Network (http://www.teamnetwork.org/ ) – grew to a coalition in 2009 that includes CI, the Smithsonian Tropical Research Institute and the Wildlife Conservation Society. TEAM has collected and made publicly available more than 2.5 million photos from camera traps in tropical forests across the planet. With support from Hewlett Packard Enterprise, formerly Hewlett Packard Company, the TEAM Network is now able to analyze this global data set in near real-time and provide data-driven insights for improving natural resource management.

A major analysis of TEAM data was recently published in PloS Biology and caught vast media coverage as it represents the first standardized assessment of its kind for population trends of tropical forest mammals and terrestrial birds (http://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.1002357). TEAM researchers monitored 244 species of ground-dwelling mammals and birds in 15 protected areas spanning tropical regions in Central and South America, Africa and Southeast Asia. They analyzed more than 2.5 million pictures captured by more than 1,000 camera traps and found that 17% of the animal populations they monitor increased in number while 22% remained constant and 22% decreased. The Wildlife Picture Index (WPI) Analytics System was developed in partnership with Hewlett Packard Company.

WPI is an index that summarizes the occupancy trends at community level and is an official indicator to monitor progresses against the Aichi Targets under the CBD (http://www.bipindicators.net/wildlifepictureindex).

In 2015, MUSE – Science Museum established in a Natural Park in the Brenta Dolomites (near Trento) the first site in Europe of systematic camera trapping that adopts the standardized protocol developed by the TEAM Network. This entails the sampling of 60 camera trap locations within an area of 200-250 km2 for 30 days each year, to derive data that are suitable to occupancy analysis and that can allow, as demonstrated by the recent paper in PLoS Biology, to assess population trends using state-of-the-art ecological methods.

MUSE’s scientists hope that this protocol may attract the interest of other partners within the EU BON family that may be keen to replicate this sampling at other sites in Europe.





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Welcoming our latest associated partner: ECSA - European Citizen Science Association

ECSA – the European Citizen Science Association is the latest addition to our ever growing group of associated partners. The Memorandum of Understanding handover took place at the reception of the ECSA Conference at the Museum für Naturkunde on 19 May 2016.

ECSA is a network of Citizen Science initiatives, research institutes, universities, museums, other organisations and individuals from 20 EU countries, Switzerland, Israel and the US, who are working together with the mission to connect citizens and science through fostering active participation. ECSA is a registered non-profit association administered by a Secretariat hosted at the Museum für Naturkunde, Leibniz Institute for Evolution and Biodiversity Research (MfN) in Berlin, Germany. 

See the full list of associated partners here.


Photo: Signing the MoU between ECSA Chair of Data, Tools and Technology Committee Dr. Jaume Piera and EU BON's Project manager Anke Hoffmann; Credit: Hwaja Götz





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DataONE welcomes its first South American Member Node

EU BON partner DataONE welcomes the Program for Research on Biodiversity (PPBio) Western Amazon as its first Member Node in South America. PPBio’s Western Amazon Node data repository contains data from surveys conducted in the framework of the Research Program in Biodiversity, the Center for Integrated Studies of Biodiversity in the Amazon and partner projects.

About PPBio:

The Research Program in Biodiversity (PPBio) is structured into three components:

  • Biological Collections - support and development of biological collections such as herbaria, museums and living collections;
  • Biological Inventories - biodiversity surveys, collecting sites, metadata and data for long-term studies;
  • Thematic Projects - developing methods for sustainable management of biodiversity and bioprospecting.

PPBio’s research is based on spatial standardization that is crucial for answering the questions raised by decision makers, the integration of biodiversity and physical sciences and on the incorporation of local people and traditional knowledge in biodiversity research and bio-prospecting. PPBio uses a flexible, standardized, modular and economical sampling method, RAPELD, which is compatible with other existing methods and a data policy which enable their datasets to be quickly made available to other researchers. PPBio has produced several free online guides to the flora and fauna of the region and the book "Biodiversity and Integrated Environmental Monitoring" which is essential reading for anyone with questions about biodiversity whether or they also intend to collect data.





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ConnectinGEO: a new EU BON associated partner

The 10th GEO European Projects Workshop that took place from 31 May - 2 June, in Berlin, was a success for EU BON in many ways. Among the significant achievements was signing a Memorandum of Understanding with the ConnectinGEO project to add this important initiative to our ever-growing list of associated partners.

The MoU handed over by EU BON coordinator Dr. Christoph Häuser to Dr. Joan Masó, coordinator of ConnectinGEO.


Handing over the MoU between Christoph Häuser, EU BON (left) and Joan Masó, ConnectinGEO (right); Credit: EU BON

ConnectinGEO is under the umbrella of GEOSS and the EU funding with the aim of linking existing coordinated Earth observation networks with the science and technology (S&T) communities, the industry sector and the GEOSS and Copernicus stakeholders. The goal is to facilitate a broader and more accessible knowledge base to support the needs of the GEO Societal Benefit Areas (SBAs) and their users. A broad range of subjects from climate, natural resources and raw materials, to the emerging UN Sustainable Development Goals (SDGs) will be addressed.





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New associated partner: EU BON and EKLIPSE, working together to better link science and policy

The EU project EKLIPSE has joined our family of associated partners. The MoU was signed by Dr. Carsten Neßhöver, UFZ, on behalf of EKLIPSE project Coordinator Dr. Allan Watt (NERC-Centre for Ecology and Hydrology, Edinburgh, UK) and Dr. Anke Hoffmann, on behalf of EU BON Coordinator Dr. Christoph Häuser, during the 2016 GEO BON Open Science Conference & All Hands Meeting in Leipzig, Germany.

 


Dr. Carsten Neßhöver and Dr. Anke Hoffmann at the handing of the MoU; Credit: EKLIPSE

EKLIPSE is a EU project that will set up a sustainable and innovative way of knowing, networking and learning about biodiversity and ecosystem services. EKLIPSE is an unusual project in several ways, particularly:





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Article Alert: Measuring Rao's Q diversity index from remote sensing: An open source solution

Key in ensuring the effectiveness of conservation efforts and maintaining ecosystem health, measuring biodiversity can benefit greatly when remote sensing data comes into the equation. A new EU BON related paper, published in the journal Ecological Indicators, proposes open source solutions for measuring the important Rao's Q index, when it comes to remote sensing data.

Abstract: 

Measuring biodiversity is a key issue in ecology to guarantee effective indicators of ecosystem health at different spatial and time scales. However, estimating biodiversity from field observations might present difficulties related to costs and time needed. Moreover, a continuous data update for biodiversity monitoring purposes might be prohibitive. From this point of view, remote sensing represents a powerful tool since it allows to cover wide areas in a relatively low amount of time. One of the most common indicators of biodiversity is Shannon's entropy H′, which is strictly related to environmental heterogeneity, and thus to species diversity. However, Shannon's entropy might show drawbacks once applied to remote sensing data, since it considers relative abundances but it does not explicitly account for distances among pixels’ numerical values. In this paper we propose the use of Rao's Q applied to remotely sensed data, providing a straightforward R-package function to calculate it in 2D systems. We will introduce the theoretical rationale behind Rao's index and then provide applied examples based on the proposed R function.

Original Source: 

Rocchini, D., Marcantonio, M., Ricotta, C. (2017). Measuring Rao's Q diversity index rom remote sensing: an open source solution. Ecological Indicators, 72: 234-238. [5years-IF: 3.649] DOI:10.1016/j.ecolind.2016.07.039





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Latest in our RIO Collection: Guidelines for scholarly publishing of biodiversity data from Pensoft and EU BON

While development and implementation of data publishing and sharing practices and tools have long been among the core activities of the academic publisher Pensoft, it is well-understood that as part of scholarly publishing, open data practices are also currently in transition, and hence, require a lot of collaborative and consistent efforts to establish.

Based on Pensoft's experience, and elaborated and updated during the Framework Program 7 EU BON project, a new paper published in the EU BON dedicated collection in the open science journal Research Ideas and Outcomes (RIO), outlines policies and guidelines for scholarly publishing of biodiversity and biodiversity-related data. Newly accumulated knowledge from large-scale international efforts, such as FORCE11 (Future of Research Communication and e-Scholarship), CODATA (The Committee on Data for Science and Technology), RDA (Research Data Alliance) and others, is also included in the Guidelines.

The present paper discusses some general concepts, including a definition of datasets, incentives to publish data and licences for data publishing. Furthermore, it defines and compares several routes for data publishing, namely: providing supplementary files to research articles; uploading them on specialised open data repositories, where they are linked to the research article; publishing standalone data papers; or making use of integrated narrative and data publishing through online import/download of data into/from manuscripts, such as the workflow provided by the Biodiversity Data Journal. Among the guidelines, there are also comprehensive instructions on preparation and peer review of data intended for publication.

Although currently available for journals using the developed by Pensoft journal publishing platform ARPHA, these strategies and guidelines could be of use for anyone interested in biodiversity data publishing.

Apart from paving the way for a whole new approach in data publishing, the present paper is also a fine example of science done in the open, having been published along with its two pre-submission public peer reviews. The reviews by Drs. Robert Mesibov and Florian Wetzel are both citable via their own Digital Object Identifiers (DOIs).

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Original source:

Penev L, Mietchen D, Chavan V, Hagedorn G, Smith V, Shotton D, Ó Tuama É, Senderov V, Georgiev T, Stoev P, Groom Q, Remsen D, Edmunds S (2017) Strategies and guidelines for scholarly publishing of biodiversity data. Research Ideas and Outcomes 3: e12431. https://doi.org/10.3897/rio.3.e12431





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New EU BON research reviews the most relevant sources for European biodiversity observation data to identifying important barriers and fill gaps

Recently published in Biological Conservation, the new EU BON supported paper is titled "Unlocking biodiversity data: Prioritization and filling the gaps in biodiversity observation data in Europe".
 
Abstract:
 
Large quantities of biodiversity data are required to assess the current status of species, to identify drivers of population and distributional change, and to predict changes to biodiversity under future scenarios. Nevertheless, currently-available data are often not well-suited to these purposes. To highlight existing gaps, we assess the availability of species observation data in Europe, their geographic and temporal range, and their quality. We do so by reviewing the most relevant sources for European biodiversity observation data, and identifying important barriers to filling gaps. We suggest strategies, tools and frameworks to continue to fill these gaps, in addition to producing data suitable for generating Essential Biodiversity Variables (EBVs). Our review of data sources shows that only around a third of data-providers provide unrestricted data access. Particularly large geographic gaps exist in Eastern European countries and many datasets are not suitable for generating EBVs due to the absence of long-term data. We highlight examples built on recent experiences from large data integrators, publishers and networks that help to efficiently improve data availability, adopt open science principles and close existing data gaps. Future strategies must urgently consider the needs of relevant data stakeholders, particularly science- and policy-related needs, and provide incentives for data-providers. Hence, sustainable, longterm infrastructures and a European biodiversity network are needed to provide such efficient workflows, incentives for data-provision and tools.
 
 

 





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Annual Conference of the Society for Tropical Ecology

In 2013, the University of Vienna will host the Annual Conference of the Society for Tropical Ecology (Gesellschaft für Tropenökologie, gtö), focusing on Tropical Ecology in a Changing World. The conference will run from April 02 to 05, 2013 in Vienna, Austria. The conference aims at maximizing interactions among scientists of all disciplines and backgrounds who are interested in tropical ecology and biodiversity.
Ongoing global change processes along the inter-twined dimensions of climate and land-use pose tremendous challenges for maintaining ecosystem functions. Traditionally, ecological research on climate change had its focus on high altitude and latitude biomes that severely and rapidly suffer from warming. Yet, effects of climate change on tropical ecosystems and organisms can be equally strong. In addition, changes in land-use exert ever increasing pressures especially on tropical biota. Understanding these processes is crucial to allow for predicting and mitigating adverse effects of forthcoming changes on tropical biodiversity and its role in ecosystem functioning. The annual conference of the Society for Tropical Ecology (gtö) will provide an interdisciplinary platform for discussion, particularly on the following topics:
- Climate change effects on tropical biota
- Influence of land-use changes on tropical biota
- Tropical biodiversity and ecosystem functioning under Global Change

Further Information: http://www.gtoe-conference.de/





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This year’s Trondheim Conference: Ecology and Economy for a Sustainable Society

Ecology and Economy for a Sustainable Society
This year’s Trondheim Conference on Biodiversity has been organized to be held from May 27 until May 31, 2013 in Trondheim, Norway.  The conference will go under the "Ecology and Economy for a Sustainable Society" slogan and will be aimed at exploring how to cut development pathways towards a sustainable society by aligning policy, business, economy and ecology across borders, scales and systems.
Since the first Trondheim Conference held in 1993, the world population has grown by 25 %, the total GDP by 75 % and world trade has tripled. Despite positive achievements, loss of biodiversity along with global warming is undermining human wellbeing, especially that of the poor and vulnerable. Those issues and finding suitable solution will be on the main agenda of the 2013 Trondheim Conference.

Participation and registration
Participation in the conference is by invitation only. Each country has been invited to send two experts, one from each field of biodiversity and economy/planning. Invitees may register for the conference on the Participation and registration page.





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The iEvoBio Meeting: intersection of biology, software, and mathematics

The iEvoBio Meeting, 2013, will take place in Snowbird, Utah between June 25-26, in conjunction with Evolution 2013. It aims to bring together biologists working in evolution, systematics and biodiversity, with software developers, and mathematicians.
The keynote speakers for iEvoBio 2013 will be Dr. Heather Piwowar and Dr. Holly Bik.
Submissions for participation in the conference are now open. There are three ways to participate:
- Lightning Talk: present for 5 min on a method, idea, or software product about bioinformatics.
- Software Bazaar: Demo your open-source software product.
- Birds of a Feather: Suggest or participate in an informal group of folks with a common interest. Suggestions will be considered both before and during the meeting.

Find out the whole Program here.
More details about registration can be found here.





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43rd Annual Meeting of the Ecological Society of Germany, Austria and Switzerland

In 2013, the University of Potsdam will host the 43rd Annual Meeting of the Ecological Society of Germany, Austria and Switzerland. The meeting (www.gfoe-2013.de) will take place from September 9 to 13, 2013 in Potsdam, Germany.

The guiding theme of the 43rd Annual Meeting is "Building bridges in ecology - linking systems, scales and disciplines".
Along the lines of this guiding theme, we will stimulate scientific discussions about all aspects in basic and applied ecological research contributing to better connect.





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Final BIO_SOS meeting in Brussels

 Final BIO_SOS meeting in Brussels (18-19 November 2013)