demo How Democrats lost the male vote By www.washingtontimes.com Published On :: Mon, 11 Nov 2024 13:53:41 -0500 While researching "The Boy Crisis," I interviewed a young man from Mill Valley, California, a city with deep Democratic ties. As the interview concluded, he said, "I wish I hadn't been born male." Full Article
demo Democrats self-examine, but not the mainstream news media By www.washingtontimes.com Published On :: Mon, 11 Nov 2024 16:46:16 -0500 It's been a week since President-elect Donald Trump's landslide reelection, and some Democrats are using words such as "realignment," "self-reflection" and "regret." Full Article
demo George Soros' death grip on the Democratic Party loosened on Nov. 5 By www.washingtontimes.com Published On :: Tue, 12 Nov 2024 14:25:21 -0500 The hard-left billionaire George Soros and his heir apparent son Alex have championed, with donations, defunding the police movement, open borders and soft prosecutors. Full Article
demo Democrats' defeat was even worse outside blue bastions By www.washingtontimes.com Published On :: Tue, 12 Nov 2024 15:40:37 -0500 Kamala Harris's defeat runs deeper for Democrats than its surface appearance. Even at first sight, it was stunning: Ms. Harris didn't just lose the presidency but, unthinkably, the popular vote too. Full Article
demo Democrats opt for a dark final campaign message to voters By www.washingtontimes.com Published On :: Fri, 01 Nov 2024 18:19:28 -0400 Time is almost up for the presidential contenders. Full Article
demo Letter to the editor: Democrats united us -- against them By www.washingtontimes.com Published On :: Mon, 11 Nov 2024 10:07:45 -0500 Starting in the Obama administration and continuing through Vice President Kamala Harris' run for president, the Democrats have pledged to bring the American people back together. Full Article
demo Democratic Sen. Amy Klobuchar of Minnesota wins 4th term, defeating ex-NBA player Royce White By www.washingtontimes.com Published On :: Wed, 06 Nov 2024 03:53:01 -0500 Democratic U.S. Sen. Amy Klobuchar has won a fourth term, defeating anti-establishment Republican and former NBA player Royce White in Minnesota's top election matchup. Full Article
demo Democrats for Life wins 97% of endorsed elections in rebuke to party's abortion stance By www.washingtontimes.com Published On :: Tue, 12 Nov 2024 17:46:04 -0500 Democrats for Life of America said Tuesday that 97% of its endorsed candidates won their races in last week's election, which raises the question: Is there such a thing as a pro-life Democrat? Full Article
demo Puigdemont, presidente Catalogna: faremo rispettare l'esito del referendum sull'indipendenza By www.collectiuemma.cat Published On :: Thu, 10 Aug 2017 12:00:00 +0200 La Catalogna marcia verso il referendum del 1 ottobre per l'indipendenza dalla Spagna. I gruppi separatisti hanno consegnato al Parlamento regionale la legge per la convocazione del voto, che Madrid definisce illegale e promette di fermare a tutti i costi. "Piuttosto che rinunciare al referendum mi faccio arrestare", risponde il presidente catalano Carles Puigdemont. Mario Magarò lo ha intervistato a Barcellona – VIDEO: See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Son-magaro-barcellona-020817-171-0752614e-56b1-4312-9f2a-d84557ecbc57.html RAI News Mario Magaró 02-08-2017.- Full Article
demo Catalogna, niente estradizione per Puigdemont: il giudice ritira il mandato di cattura internazionale By www.collectiuemma.cat Published On :: Thu, 26 Jul 2018 11:00:00 +0200 L'ex presidente avrà libertà di movimento in tutto il mondo, ma non potrà rientrare a Barcellona: in polemica con la magistratura tedesca, che aveva respinto l'accusa di ribellione, il Tribunale supremo spagnolo rinuncia a farsi consegnare il leader indipendentista per non doverlo giudicare solo per il reato di malversazione REPUBBLICA 19-07-2018 di ALESSANDRO OPPES Estradizione? No, grazie. Pur di non dover sottostare al diktat della giustizia tedesca - che nei giorni scorsi aveva ritenuto legittima solo l’accusa di malversazione respingendo quella, ben più grave, di ribellione (reato punibile in Spagna con 30 anni di carcere) – il giudice del Tribunale Supremo di Madrid, Pablo Llarena, ha deciso di ritirare il mandato di cattura internazionale nei confronti dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont e di altri cinque dirigenti separatisti riparati all’estero. Resta in vigore, invece, l’ordine di detenzione all’interno del territorio spagnolo. Questo significa che Puigdemont, attualmente in libertà in Germania, avrà d’ora in poi completa libertà di movimento in tutto il mondo ma non potrà rientrare a Barcellona. E come lui gli ex assessori Toni Comín, Meritxell Serret, Lluis Puig e Clara Ponsatí e l’ex segretaria generale di Esquerra Republicana, Marta Rovira. Il giudice Llarena sceglie dunque l’unica soluzione che, al momento, gli consente di non dover rimettere in discussione tutto l’impianto accusatorio formulato in questi mesi (a partire dall’ottobre scorso, quando il Parlament de Catalunya approvò la dichiarazione d’indipendenza) contro tutto lo stato maggiore del movimento secessionista. Se Puigdemont fosse stato consegnato a Madrid dalle autorità tedesche, la magistratura spagnola avrebbe potuto prendere in considerazione solo l’ipotesi accusatoria riconosciuta come ammissibile dal tribunale dello Schleswig-Holstein, cioè quella di malversazione di fondi pubblici (l’eventualità che l’ex presidente abbia utilizzato denaro delle casse della Generalitat, l’amministrazione regionale, per organizzare il referendum secessionista dello scorso 1 ottobre, dichiarato illegale dal Tribunale costituzionale spagnolo). In questo caso, trattandosi di un reato minore, non solo sarebbe stato improponibile ipotizzare una carcerazione preventiva per Puigdemont. Ma con ogni probabilità Llarena avrebbe dovuto rimettere in libertà anche tutti gli altri dirigenti indipendentisti che sono in cella (prima nella regione madrilena, ora trasferiti da poco in carceri catalane) arrestati tra l’ottobre e il gennaio scorsi. Dall’ex vice-presidente Oriol Junqueras ai due “Jordis” (gli ex presidenti dei movimenti della società civile catalana Anc e Omnium Cultural, Jordi Sànchez e Jordi Cuixart), agli ex responsabili degli Esteri e degli Interni del Govern, Raül Romeva e Joaquim Forn, oltre al candidato alla presidenza della regione Jordi Turull, arrestato 24 ore dopo aver perso il voto di investitura parlamentare. Niente libertà, invece, per tutti loro: proprio oggi la procura ha respinto l’ipotesi di scarcerazione, mantenendo lo stesso criterio seguito ai tempi del governo conservatore di Mariano Rajoy, nonostante l’arrivo in queste settimane di una nuova procuratrice generale dello Stato, Maria José Segarra, nominata su proposta dell’esecutivo socialista di Pedro Sánchez. Full Article
demo IL CASO PUIGDEMONT: LA "PROVA DEL FUOCO" DEL MANDATO D'ARRESTO EUROPEO By www.collectiuemma.cat Published On :: Mon, 06 Aug 2018 13:15:00 +0200 DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO 4 luglio 2018 | Luigi Foffani Per leggere la decisione dell'OLG del 5 aprile 2018, clicca qui. Per leggere la decisione definitiva dell'OLG del 12 luglio 2018, clicca qui. 1. La mattina del 25 marzo 2018 Carles Puigdemont, ex-Presidente della Generalitat de Catalunya, viene fermato alla guida di un automobile su un’autostrada dello Schleswig-Holstein, pochi chilometri dopo l’ingresso nel territorio della Repubblica Federale Tedesca. Puigdemont – che risiedeva a Bruxelles dal 28 ottobre 2017, per sfuggire al mandato di cattura del Tribunal Supremo spagnolo – si era recato in Danimarca per una conferenza e stava rientrando in Belgio attraverso la Germania. Contro di lui viene emessa una richiesta di mandato d’arresto europeo (MAE) per i delitti di “ribellione” (“rebelión”: art. 472 CP esp) e peculato (“malversación de caudales públicos”: art. 432 e 252 CP esp). L’Oberlandsgericht dello Schsleswig-Holstein, con la decisione del 5 aprile 2018 respinge senza esitazione la richiesta di mandato d’arresto europeo per quanto riguarda il delitto di “rebelión”: tale delitto infatti non ricade in alcun modo nel “campo d’applicazione del mandato d’arresto europeo” descritto dall’art. 2 della Decisione quadro del 13 giugno 2002 “relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri” (2002/584/GAI) ed anche la richiesta di estradizione appare a prima vista inammissibile per la mancanza di una “beiderseitige Strafbarkeit” (“doppia incriminazione”). Diversamente invece non sarebbe inammissibile – secondo l’OLG Schleswig-Holstein – la richiesta di mandato d’arresto europeo in relazione al secondo delitto (peculato, “malversación de caudales públicos”, “Veruntreuung öffentlicher Gelder”), che sarebbe riconducibile alla fattispecie di corruzione richiamata dalla Decisione quadro; ma la richiesta del Tribunal Supremo spagnolo – secondo l’OLG – “non contiene una sufficiente descrizione delle circostanze, sulla base delle quali il reato sarebbe stato commesso, con una necessaria concretizzazione del rimprovero penale, che renda possibile la sua riconducibilità al comportamento addebitato all’imputato. […] Non è chiaro peraltro se lo Stato sia stato realmente gravato di questi costi, nella misura in cui questi siano stati effettivamente pagati con fondi del bilancio regionale e se l’imputato abbia occasionato queste spese”. La decisione dell’OLG Schleswig-Holstein risulta pienamente corretta e convincente, sulla base della disciplina europea e nazionale del mandato d’arresto europeo e dell’estradizione. 2. Quanto al primo e più importante punto (il supposto delitto di “rebelión”) è del tutto evidente l’inesistenza in concreto del requisito della “doppia incriminazione” (“beiderseitige Strafbarkeit”, “double criminality”), necessario per dar corso alla richiesta di estradizione ai sensi del § 3 comma 1 della legge sulla cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale (Gesetz über die Internationale Rechtshilfe in Strafsachen, IRG). Il comportamento tenuto da Puigdemont e dagli altri leader indipendentisti durante tutto il percorso politico-istituzionale che ha portato al referendum dell’1 ottobre 2017 e alla successiva dichiarazione unilaterale di indipendenza del 27 ottobre sarebbe infatti – sulla base di una ipotetica applicazione al caso in esame del diritto tedesco – penalmente irrilevante. Il delitto di “Hochverrat gegen den Bund” (“alto tradimento contro lo Stato federale”) – punito dal § 81 StGB con l’ergastolo o con una pena detentiva non inferiore a 10 anni – richiede infatti che si sia concretamente perseguita la separazione di una parte del territorio nazionale “con violenza o tramite minaccia di violenza” (“mit Gewalt oder durch Drohung mit Gewalt”). L’OLG Schleswig-Holstein richiama correttamente la giurisprudenza del Bundesgerichtshof tedesco, che richiede per l’applicazione in concreto di una così grave fattispecie incriminatrice – ed anche della molto più lieve ipotesi della “violenza contro un organo costituzionale” (“Nötigung eines Verfassungsorgans“: § 105 comma 1 StGB) – che la violenza impiegata o minacciata dai rivoltosi abbia concretamente annullato la libertà di decisione nel caso specifico dell’organo costituzionale destinatario della violenza. Un’ipotesi che – come correttamente rileva l’OLG Schleswig-Holstein – mai si è concretamente verificata durante il processo indipendentista dei mesi scorsi, né nei confronti del Parlamento catalano, né nei confronti delle Cortes spagnole. Ma a ben vedere anche sulla base del diritto spagnolo – che l’OLG Schleswig-Holstein non prende in considerazione, in quanto una simile analisi non rientrava nelle sue competenze – l’imputazione formulata dal Tribunal Supremo spagnolo risulta del tutto inverosimile. Il delitto di “rebelión”[1] (art. 472 e 473 CP) punisce infatti con una pena elevatissima (reclusione da 25 a 30 anni, poiché il Tribunal Supremo contesta a Puigdemont e agli altri imputati l’aggravante di aver “distratto i fondi pubblici dalla loro legittima destinazione”) “los que se alzaren violenta y públicamente para cualquiera de los fines siguientes” (“coloro che si sollevino violentemente e pubblicamente per qualsiasi delle seguenti finalità”), fra le quali finalità viene prevista espressamente “declarar la indepedencia de una parte del territorio nacional” (art. 472 n. 5° CP esp.). L’unico elemento di questo gravissimo delitto che possa ragionevolmente ritenersi integrato dal processo indipendentista catalano è l’evento, ossia la dichiarazione unilaterale di indipendenza del 27 ottobre 2017, in esecuzione del risultato del referendum dell’1 ottobre (dichiarato preventivamente illegittimo dal Tribunal constitucional). È indiscutibile dunque l’esistenza della finalità tipica del delitto di “rebelión” a carico di Puigdemont e degli altri imputati, ma è altrettanto evidente l’assoluta inesistenza della condotta materiale tipica di tale grave delitto e soprattutto di un qualsivoglia nesso di causalità fra la condotta e l’evento che rappresentava l’obiettivo di tale illecita finalità. L’art. 472 descrive la condotta tipica come il fatto di “alzarse violenta y públicamente” per conseguire una delle finalità penalmente rilevanti della “rebelión” (quale appunto la separazione della Catalunya dallo Stato spagnolo). In realtà chiunque sia stato in Catalunya nei mesi scorsi ha potuto rilevare il carattere assolutamente pacifico del processo indipendentista: l’unica violenza è stata quella delle ripetute cariche di polizia dell’1 ottobre per tentare di impedire l’esercizio del voto in quello che il Governo spagnolo ed il Tribunal constitucional avevano definito come un referendum illegale e incostituzionale. Ma quand’anche si fossero verificate delle manifestazioni pubbliche di violenza nelle settimane e nei mesi antecedenti al referendum e alla successiva dichiarazione unilaterale di indipendenza, e quand’anche si potesse dimostrare la riconducibilità degli atti di violenza alle decisioni assunte dall’ex Presidente della Generalitat e dalla cupola dei partiti e movimenti indipendentisti – come tenta di dimostrare il provvedimento del Tribunal Supremo spagnolo – ciò che comunque sarebbe inesistente ed indimostrabile sarebbe il nesso di causalità fra gli atti di violenza (condotta tipica del delitto di “rebelión”) e l’evento rappresentato dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna. Quest’ultima infatti è derivata da un voto espresso dalla maggioranza del Parlamento catalano il 27 ottobre 2017 in esecuzione del risultato del referendum dell’1 ottobre e la maggioranza in questione era esattamente quella corrispondente ai seggi conseguiti dai partiti indipendentisti alle ultime elezioni catalane. I partiti indipendentisti (Junts x sì e CUP) avevano espressamente dichiarato già in campagna elettorale l’intendimento di giungere a promuovere un referendum sull’indipendenza, nonostante la ferma e reiterata opposizione del Governo spagnolo e le prese di posizione in senso contrario del Tribunal constitucional. Il voto del Parlamento catalano del 27 ottobre 2017 è null’altro che la naturale e fedele conseguenza delle elezioni catalane del 27 settembre 2015, per nulla influenzato dalle ipotetiche manifestazioni di violenza che il Tribunal Supremo spagnolo imputa all’azione politica dell’allora Presidente della Generalitat e degli altri leader indipendentisti. In conclusione, dunque, del delitto di “rebelión” previsto dal Codigo penal spagnolo può essere contestata a Puigdemont e agli altri imputati solo ed esclusivamente la finalità – dichiarata pubblicamente, perseguita con coerenza ed infine conseguita, sia pure in termini assolutamente effimeri e più simbolici che reali – di separare la Catalogna dallo Stato spagnolo. Troppo poco, evidentemente, per ritenere integrati gli elementi costitutivi di un gravissimo delitto che il legislatore spagnolo aveva pensato e descritto con riferimento a vicende di tutt’altra natura, come un tentativo di colpo di stato, un’insurrezione armata, un sollevamento di gruppi militari o paramilitari[2], ecc. È vero che il delitto di “rebelión” è stato costruito dal legislatore spagnolo come una fattispecie a dolo specifico, che non richiede la realizzazione materiale della finalità secessionista; ma è altrettanto evidente che – se non si vuole cadere nella deriva di un “Gesinnungsstrafrecht” di matrice chiaramente autoritaria – la consumazione di un reato di tale gravità non può non presupporre una condotta violenta non solo soggettivamente indirizzata, ma anche oggettivamente idonea, a realizzare la predetta finalità secessionista. Mutatis mutandis, sarebbe come se i consigli regionali di Lombardia e Veneto, anziché assumere alcuni mesi or solo la legittima iniziativa di un referendum popolare per promuovere una maggiore autonomia delle rispettive Regioni, avessero voluto organizzare un referendum per la secessione dallo Stato italiano: la reazione delle autorità governative statali sarebbe stata verosimilmente quella di promuovere un conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale; ma certo a nessun ufficio di procura sarebbe venuto in mente di promuovere un’azione penale per “attentato contro organi costituzionali o contro le assemblee regionali” ex art. 289 c.p. o addirittura un’“insurrezione armata contro i poteri dello Stato” ex art. 284 c.p. Ciò che è avvenuto in Spagna, viceversa, è stata una repentina criminalizzazione del conflitto politico-territoriale catalano attraverso un uso assai discutibile e spregiudicato dello strumento penale. L’evidente forzatura interpretativa della ricostruzione operata dal Tribunal Supremo spagnolo è verosimilmente alla base di ciò che l’OLG dello Schleswig Holstein non scrive nella propria decisione, ma sembra implicitamente ritenere: il venir meno nella vicenda in esame del principio della fiducia reciproca fra gli ordinamenti che è alla base della Decisione quadro sul mandato d’arresto europeo e di tutto il sistema della cooperazione giudiziaria europea e la convinzione (anch’essa implicita) che in Spagna non vi sarebbero oggi le condizioni per un giusto processo (“fair trial”) nei confronti di Puigdemont per il delitto di “rebelión”. Una convinzione implicita che trova conferma nel fatto che da molti mesi numerosi esponenti del decaduto Governo catalano ed altri leader indipendentisti si trovino in custodia preventiva per la medesima contestazione del delitto di “rebelión”. 3. Quanto infine al secondo punto della decisione dell’Oberlandsgericht dello Schleswig Holstein, suscita perplessità l’affermazione – sostenuta nella richiesta di mandato d’arresto europeo avanzata dal Tribunal Supremo spagnolo e ripresa in termini adesivi dalla decisione dell’OLG – secondo la quale il delitto di peculato (“malversación de caudales públicos”, “Veruntreuung öffentlicher Gelder”), contestato dal Giudice istruttore del Tribunal Supremo a Puigdemont e ad altri esponenti del decaduto Governo catalano, sarebbe riconducibile alla fattispecie della corruzione presente nel catalogo dei reati presupposto del mandato d’arresto europeo. Non vale infatti sostenere che la Convenzione ONU sulla corruzione del 2003 ed altre iniziative internazionali intendono la corruzione in senso ampio ed atecnico, come comprensiva anche di altre figure di reato del settore pubblico, come appunto la “malversación de caudales públicos”. Un conto infatti è una convenzione internazionale che – nel generico intento politico di contrastare fenomeni di corruzione intesa nel senso più ampio del termine (in senso sociologico più che giuridico-penale) – chieda ai legislatori nazionali di incriminare anche altre ipotesi di reato diverse dalla specifica fattispecie della corruzione; cosa completamente diversa invece è una Decisione quadro che – comportando l’adozione di misure restrittive della libertà personale nella forma del mandato d’arresto europeo – va interpretata in senso tecnico e restrittivo in ordine al “campo d’applicazione del mandato d’arresto europeo” di cui all’art. 2 della Decisione quadro. In ogni caso gli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale avrebbero comunque potuto essere utilmente attivati in forma di richiesta di estradizione, poiché sussiste senz’altro, nell’ipotesi in esame, il requisito della doppia incriminazione: la “malversación de caudales públicos” di cui agli art. 432 e 252 CP esp. – sostanzialmente equivalente alla fattispecie di peculato ex art. 314 c.p. it. – trova infatti corrispondenza nella più generale fattispecie di “Untreue” o “infedeltà patrimoniale” (§ 266 StGB), suscettibile di trovare applicazione anche nel settore pubblico in presenza di condotte di “Veruntreuung öffentlicher Gelder” (“gestione infedele di fondi pubblici”). La richiesta del Tribunal Supremo spagnolo non trova tuttavia accoglimento – come già segnalato all’inizio di questo commento – per la carente descrizione, da parte dell’autorità richiedente, delle circostanze di fatto sulla base delle quali si sosterrebbe la responsabilità dell’imputato da estradare[3]. Un ulteriore ed evidente sintomo di quella implicita carenza di fiducia – da parte dell’autorità giudiziaria a cui è rivolta la richiesta di estradizione – circa la fondatezza dell’impianto accusatorio costruito dal Giudice istruttore del Tribunal Supremo spagnolo contro i leader del processo indipendentista. 4. In conclusione: dopo questa decisione interlocutoria – alla quale ha fatto seguito una rinnovata richiesta delle autorità giudiziarie spagnole, che insistono con fermezza nella pretesa di sottoporre a processo l’ex Presidente della Generalitat Carles Puigdemont – siamo in attesa della decisione definitiva dell’OLG dello Schleswig Holstein. Qualunque sarà la decisione definitiva, essa segnerà comunque una pietra miliare – in un senso o nell’altro – nella storia del mandato d’arresto europeo e della cooperazione giudiziaria europea. 5. Nelle more della conclusione di questo breve commento è sopraggiunta finalmente la decisione definitiva dell’OLG Schleswig-Holstein del 12 luglio 2018, che sostanzialmente conferma la decisione precedente, negando l’estradizione per il delitto di “rebelión” ed ammettendola invece per la “malversación de caudales públicos”. Una settimana più tardi – il 19 luglio – il Giudice istruttore del Tribunal Supremo Pablo Llarena ha deciso, con suo autonomo provvedimento, di rifiutare l’estradizione “dimezzata” [4] e di ritirare tutte le richieste di estradizione e di ordine d’arresto europeo nel frattempo indirizzate in Belgio, Scozia e Svizzera contro altri politici indipendentisti di primo piano rifugiatisi all’estero per sfuggire all’arresto in Spagna. Sembra dunque chiudersi definitivamente – con un passo indietro dell’autorità giudiziaria spagnola (a malincuore e non senza considerazioni polemiche nei confronti della pronuncia della magistratura tedesca) – la partita europea e internazionale per la soluzione penale della questione independentista catalana[5] e la palla ritorna nuovamente nel campo della politica: una politica che – con nuovi attori protagonisti (tanto a Barcellona – con la Presidenza della Generalitat di Quim Torra – quanto a Madrid, dopo la caduta a sorpresa del governo di Mariano Rajoy e l’arrivo alla Moncloa di Pedro Sanchez) – tenta di riprendere – con estrema prudenza da ambo le parti, ma con qualche nuova timida speranza – la difficile via del dialogo e della ricerca di una soluzione politica condivisa alla crisi costituzionale aperta dalla domanda di indipendenza di una parte (sia pur lievemente) maggioritaria della società civile e politica catalana. _____________________________________ [1] Sul quale v. per tutti in dottrina il recentissimo contributo di M. Cugat Mauri, La violencia como elemento del delito de rebelión, in Liber Amicorum. Estudios Juridicos en Homenaje al Prof. Dr. Dr.h.c. Juan M. Terradillos Basoco, Valencia, Tirant Lo Blanch, 2018, p. 567-582. [2] Esempio paradigmatico fu il tentativo di colpo di stato militare che ebbe luogo il 23 febbraio 1981, nel quale una parte dell’esercito spagnolo comandato dal tenente colonnello Tejero fece irruzione nel Parlamento durante il voto di fiducia al Primo Ministro Adolfo Suarez, prendendo in ostaggio parlamentari e governo, mentre altri gruppi militari invadevano alcune strade di Valencia con carrarmati e soldati ed intendevano inviare una divisione di carristi a Madrid per occupare la capitale. [3] Di fronte per di più a dichiarazioni pubbliche della stessa autorità governativa spagnola (l’ex Ministro delle Finanze Montoro) che a suo tempo aveva riconosciuto che per la realizzazione del referendum indipendentista catalano non erano stati impiegati fondi ricavati dal bilancio pubblico. [4] Probabilmente si è tenuto in conto in questa decisione il rischio che per il solo delitto di “malversación de caudales públicos” difficilmente sarebbe stato sostenibile un lungo protrarsi della custodia cautelare in carcere di Puigdemont, e che una volta liberato questi avrebbe potuto esercitare senza limiti il proprio mandato di parlamentare catalano e finanche essere nuovamente eletto come Presidente della Generalitat. [5] V. ad es.: Llarena da por perdida la batalla europea de la rebelión, in La Vanguardia, ed. online, 19 luglio 2018. Full Article
demo How dare Spain of all nations try to lecture Britain about democracy By www.collectiuemma.cat Published On :: Wed, 28 Nov 2018 22:00:00 +0100 Spain has threatened to block the Brexit deal if it does not get a veto over how any future trade deal applies to Gibraltar (pictured) AFP /Getty Images DAILY MAIL 22-11-2018 By STEPHEN GLOVER Theresa May already has enough problems on her hands with the Democratic Unionist Party and Tory Brexiteers proclaiming they will vote against her deal in the Commons next month. Just when she least needed another set of anxieties, the Spanish government has tossed a potentially lethal grenade in her direction. It is threatening to scupper the Brexit agreement because it is unhappy with a section of the draft withdrawal agreement concerning Gibraltar. At the same time, its foreign minister, Josep Borrell, has let fly by suggesting that Brexit could split apart the United Kingdom. He claims to be ‘very much more worried’ about the unity of the UK than of Spain. And, in a move bound to cheer Nicola Sturgeon and the SNP, he says Spain has dropped its historic opposition to Scotland joining the EU as an independent country. Madrid had hitherto tried to discourage nationalists in Catalonia by insisting that it would block Scottish membership of the Union. I must say that, on the eve of Sunday’s planned EU summit, none of this is very friendly or helpful. By announcing that Scotland would be welcomed with open arms, Mr Borrell seems almost to be willing the disintegration of the United Kingdom. What is the Spanish government playing at? Gibraltar has of course long been a bone of contention, with Madrid laying claim to the Rock, which was ceded to Britain in 1713. Here one must say, with all possible courtesy, that Spain’s obsession with Gibraltar sometimes verges on the deranged. In a 1967 referendum, 99.6 per cent of Gibraltar’s citizens voted to remain British. In 2002, a proposal for joint sovereignty was rejected by 98 per cent of Gibraltarians. Some people might have got the message by now that pretty well everyone in the tiny territory would prefer to stay British, thank you very much. But a succession of testosterone-driven Spanish politicians will not listen. One of the ironies of this story, so grotesque that it is hard not to be amused, is that Madrid vehemently defends its right to retain two historic enclaves in Morocco, called Ceuta and Melilla. The Moroccan government periodically grumbles about this anomaly. Spain’s sovereignty over Ceuta and Melilla is, to its way of thinking, beyond reproach, even though it’s not at all clear that all the inhabitants of the two enclaves are joyful subjects. But Gibraltar, whose people are thoroughly happy being British, should belong to Spain. Get it? All this has blown up because Gibraltar will leave the EU on March 29 next year along with the UK, though it should be said that 96 per cent of its citizens voted Remain on an 82 per cent turnout. However, there’s no evidence that any of them are hankering after rule from Madrid. Why is the Spanish government so upset? Because it believes that Article 184 of the draft withdrawal agreement implies that the future of the territory will be decided by the EU and the UK, without Spain necessarily being involved. This is a case of paranoia. Spain is certain to be consulted by both parties, and is constantly talking about Gibraltar with the British Government. The truth is that politicians in Madrid are puffing out their chests with characteristic machismo. I would be surprised if they do upset the deal, though one can’t be sure. In a narrow sense, this is a squabble about virtually nothing, since, as I have said, Spain will continue to be included in discussions. But the outburst reminds us just how fixated all Spanish governments (the present one is Left-wing) are on Gibraltar, and how weak is their adherence to democratic principles. So far as Madrid is concerned, Gibraltar should be Spanish because it is part of the Spanish mainland, and was inveigled by Perfidious Albion a very long time ago. It seems hardly to weigh with them that the vast majority of people in the territory understandably see themselves as British. In this view of things, sovereignty has its roots in land, not in the hearts of citizens. This idea was perfectly demonstrated last autumn, when the Catalan government in Barcelona decided to call a referendum on independence, which resulted in a large Leave majority on a relatively small turnout. Arguably, the Catalan nationalists overplayed their hand. But nothing can excuse the response of the Madrid Government. Its police bludgeoned and assaulted defenceless voters who were simply trying to exercise their democratic right. Some 900 people were said to be injured. After the vote, the Spanish government summarily dissolved the Catalan Parliament and arrested leading Catalan politicians. President Puigdemont and others managed to escape to Belgium, but were forced to flee to Germany after Madrid issued European arrest warrants alleging crimes of rebellion and sedition. These warrants have now been suspended but Puigdemont and his colleagues dare not return to Spain for fear that they will be arrested and thrown into jail. None of this sounds very civilised, does it? And so when Josep Borrell says that he thinks Spain will remain a united state for longer than the United Kingdom, I can’t help shaking my head in disbelief. Spain — which, let’s face it, is a very young democracy, though of course a great country — refused to allow a referendum on independence in Catalonia. When the Catalans went ahead and held one of their own, the Spanish state cracked down on them in a pretty brutal way. By contrast, Westminster — a very much older democracy — acceded to the SNP’s request for a referendum on independence in 2014. No one can doubt that if a majority of the Scottish people had voted to leave the UK, their wish would have been honoured. The Spanish way, pretty openly endorsed by Brussels, was to rely on coercion. The British way, at any rate in the 21st century, was to rely on persuasion and open debate, and to accept the powerful democratic idea that people should be governed with their consent. Only a fool would deny that the United Kingdom faces challenges to its survival as a unitary state. But I venture to suggest that consent is likely to keep it together longer than Spain will be held together by force. What has happened in Catalonia is that a long-established longing for independence has been quelled, but it has not been extinguished. Sooner or later it will rise again. What will politicians in Madrid then do? As for Gibraltar, in the unlikely event of a majority of its people ever wanting to exchange their British citizenship for Spanish, I have no doubt that their desire would be granted. It is partly the sure knowledge that it would be that makes them want to stay British. How we flagellate ourselves at the moment during these wrangles over Brexit. We are said to be the laughing stock of Europe. Our democracy is spoken of as dysfunctional. Many of us feel a bit down in the dumps. But when I look at Spain, and hear its foreign minister cheerfully prophesying the break-up of the United Kingdom; when I see Spanish politicians casting avaricious eyes on the Rock of Gibraltar — why, then I am still very glad to be British. Full Article
demo Catalan political crisis 'should speak to all democrats' By www.collectiuemma.cat Published On :: Fri, 28 Dec 2018 17:45:00 +0100 JOAQUIM Forn was Catalonia’s interior minister until he was arrested for his role in the October 2017 independence referendum. He has been in jail since. THE NATIONAL 18th December 2018 Exclusive by GREG RUSSELL Forn has also been on hunger strike for two weeks, one of four prisoners taking this drastic course of action. Here, he talks about his incarceration, the forthcoming trials and Europe. What is your view of events such as the continuing refusal of European leaders to take up your cases; and the way Spain is lurching further to the right almost every day? I am worried that Europe turns its back on the situation we are in. What is happening is a clear violation of civil rights and liberties. In Spain, an involution is happening as a consequence of a weak left that is being dragged by the discourse of the PP (People’s Party) and Ciudadanos (Citizens) and also due to the rise of the extreme right with Vox. Europe should not be unconnected to this regression and should position itself in defence of our liberties. The political prisoners have a huge amount of support with daily protests outside Lledoners – does that support give you more strength? Absolutely. Some of us have been for more than a year in pretrial and preventative detention. First in prison in Madrid and now in Catalunya. These last few months have been very tough and we have been able to overcome them thanks to the support from our families and the societal mobilisation that there is in Catalunya. From the prison courtyard we can hear the chants and shouts of support. Without this great support, the situation would have been more difficult to bear. You have been on hunger strike now for two weeks, are you not worried that this protest can damage you? We have not imposed a time limit upon ourselves. Our hunger strike aims to denounce the inaction of the Constitutional Court (TC), which has not reviewed our appeals. Some of these were submitted a year ago. The court, who should be the guarantor of our rights, is acting subordinate to political interests and is denying us access to European justice. What we are enduring in Spain should not only worry independence supporters. Any democrat should react to this arbitrariness. We are clearly worried about the possible consequences to our health. The medical services from jail check us daily. We cannot forget that our trial is starting next month and that we should confront it in the best possible condition, both physical and mentally. The TC judges have said they will hear you appeals next month (and will hear some cases before then) – do you believe that they will stick to that timetable? From the moment we started the hunger strike, the TC made some moves. This week, it has started to resolve five of almost 30 appeals that all the defendants have presented. Next week it will continue to resolve other appeals. It is clear that the TC knows it has not acted according to the law and should face our complaint. How do you view the world’s response to what is happening in Catalonia? I would like there to be a bigger awareness of what is happening in Spain. The governments of both PP and PSOE (Spanish Socialist Party) have dismissed dialogue, which is the political way, and have ended up imposing criminal law solutions against the political demands of millions of Catalans. The fact that in Europe, in the 21st century, we are talking about exiled and imprisoned politicians should worry the European states and citizens. The crisis being lived in Catalunya should speak to all democrats. The debate about liberties is very alive in Europe and the world, so we cannot turn our backs as if this debate does not concern us. How worrying is the prospect of not receiving a fair trial? Without a doubt, we are very worried. In any case, I see the trial as an opportunity. We are not in the pretrial proceedings any more, so now the accusations need to be argued with proof. The prosecution wanted to create the narrative of rebellion and sedition, based on the police reports from the Civil Guard and the National Police. The German courts have compellingly ruled out these crimes. The trial will be broadcast live, with the presence of international observers. I have not lost faith and I truly think that with the criminal code in hand, the only possible sentence is absolution. Is there anything else you’d like to say? I would like to thank the Scottish people for showing their solidarity and support. We have received hundreds of letters and postcards. We cannot answer them all which is why I want to take this opportunity to thank them for their gesture. Full Article
demo Catalunya, Europa, democràcia By www.collectiuemma.cat Published On :: Wed, 20 Mar 2019 20:30:00 +0100 Un manifest italià que demana la llibertat dels presos polítics i ‘el retorn’ a la normalitat democràtica a l’estat espanyol suma centenars d’adhesions. El text l’ha impulsat una quarantena d'intel·lectuals i polítics italians i l’han publicat al mitjà d’esquerres Left.it A Madrid, al cor d’Europa occidental, dotze representants de la política i de la societat civil de Catalunya són en aquests dies sota judici. Nou d’ells són en presó preventiva, en molts casos des de fa més d’un any. Els càrrecs són molt greus i la fiscalia els demana penes que poden arribar fins a 25 anys. Entre els presumptes delictes de què se’ls acusa hi ha el de "rebel·lió": és la figura criminal utilitzada per a aquells que el 1981 van irrompre armats dins el parlament espanyol i van treure els tancs al carrer. Efectivament, el codi penal espanyol, en la tipificació d’aquest delicte, requereix l’element de la "alçament violent". L'única violència fins ara clarament visible i que ha aparegut en gran nombre d’imatges que han fet la volta al mon, és tanmateix la emprada per les forces policials espanyoles, sortint de tot arreu del país cap a Catalunya amb el crit amenaçador de "a por ellos!"; pegant votants i manifestants (fins i tot no independentistes) que resistien pacíficament, amb els braços alçats, defensant els col·legis electorals; disparant bales de goma als ciutadans, tot i que el seu ús està prohibit a Catalunya. Però la història judicial no s’acaba a Madrid, davant el Tribunal Suprem. Altres acusats son jutjats (per desobediència i altres delictes) pels tribunals de Catalunya; hi ha centenars d'alcaldes, activistes socials, artistes, investigats (i en alguns casos condemnats) per haver contribuït d’alguna manera a la preparació del referèndum o simplement per expressar les seves idees (eloqüent, en aquest sentit, l'Informe Amnistia Internacional 2017 / 18, pàgines 339-341). Hi ha, a més, set polítics, tant parlamentaris com membres de l'anterior govern català que es van refugiar a Bèlgica, Escòcia i Suïssa per no ser detinguts i per continuar la seva acció política des de l’exterior: són ciutadans lliures a tot Europa, perquè arran de la decisió d’un tribunal alemany en el cas de Puigdemont, l’autoritat judicial espanyola va retirar totes les euroordres d’arrest en contra d’ells. Més enllà de les anomalies tècniques dels procediments judicials (destacades per diversos observadors internacionals), és evident el què està passant: s’està discutint als tribunals una qüestió eminentment política, que mai no hauria d’haver sortit del camp de la política. Es criminalitza tota una classe política, la responsabilitat de la qual és haver intentat obligar les institucion espanyoles, tancades radicalment al diàleg, a obrir-se. S'oblida que més de dos milions de ciutadans catalans han estat demanant des de fa anys, d'una manera correcta i pacífica, poder-se expressar lliurement i democràticament sobre quina hauria de ser l'estructura de les relacions entre Espanya i Catalunya. Només des d’una posició de nacionalisme intransigent es pot mantenir que la qüestió de la independència de Catalunya sigui un tema sobre el qual ni tan sols es pot obrir el debat democràtic; només des d’una posició il·liberal es pot considerar preferible la limitació dels drets fonamentals civils i polítics. El silenci d’Europa, que liquida l’afer com una qüestió interna a Espanya, és deplorable i perillós. És un signe de debilitat de les institucions europees, no de força, i contribueix a la radicalització del conflicte, no a la seva resolució. Si la UE accepta la criminalització de la protesta pacífica i de la desobediència civil en un país membre de la rellevància d'Espanya, els que son amenaçats son els drets de tots els demòcrates, no només dels catalans, sinó dels espanyols i dels europeus. I aquest silenci és fins i tot vergonyós quan el Parlament Europeu prohibeix als polítics catalans refugiats a l’estranger participar en una conferència organitzada a les seves instal·lacions tot permetent, gairebé simultàniament, un debat anti-catalanista promogut per Vox, un partit espanyol d’extrema dreta, obertament i programàticament homòfob, masclista, xenòfob. És preocupant també l'escassa atenció d’una part de la premsa, l'opinió i els intel·lectuals del nostre país envers aquesta qüestió. En l’escenari descrit, creiem, al contrari, que és totalment necessari el compromís i el control vigilant de tots aquells que es preocupen per la protecció dels drets, els valors democràtics i els principis consagrats en els propis tractats de la UE. Demanem, com a ciutadans europeus, l'alliberament dels presos catalans, el retorn a una situació de normalitat democràtica i l’obertura d’un diàleg polític sobre la qüestió, l’únic camí que pot conduir a una solució coherent amb els valors de la democràcia. El destí de Catalunya és el nostre destí i el destí de tot Europa. [traducció al català: Marco Giralucci - Isabel Turull] Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-Sinistra Europea, Roma Luigi Agostini, saggista, Roma Matteo Angioli, Partito Radicale, Roma Vando Borghi, Università di Bologna Bojan Brezigar, giornalista, Trieste Luca Cassiani, Consigliere PD Regione Piemonte, Torino Luciano Caveri, giornalista e politico, Aosta Lluís Cabasés, giornalista, Alba Massimo Cacciari, filosofo, Venezia Duccio Campagnoli, ex Assessore Emilia-Romagna, Bologna Elisa Castellano, Fondazione Di Vittorio, Roma Pietro Cataldi, Rettore dell’Università per stranieri di Siena Nancy de Benedetto, Presidente Associazione italiana di studi catalani, Università di Bari Luigi de Magistris, sindaco di Napoli Piero Di Siena, giornalista, Roma Fausto Durante, Resp. politiche internazionali ed europee Cgil, Roma Paolo Ferrero, vice presidente del Partito della Sinistra Europea, Torino Gennaro Ferraiuolo, Università di Napoli Federico II Luigi Foffani, Università di Modena e Reggio Emilia Eleonora Forenza, Parlamentare europea GUE/Ngl, Rifondazione comunista, Bari Laura Harth, Rappresentante alle Nazioni Unite del Partito Radicale, Roma Rafael Hidalgo, insegnante, Ràdio Catalunya Itàlia, Roma Andrea Maestri, Avvocato per i diritti umani, Ravenna Fabio Marcelli, ISGI CNR, Associazione giuristi democratici, Roma Maria Grazia Meriggi, Università di Bergamo Sandro Mezzadra, Università di Bologna Cesare Minghini, sindacalista CGIL, Bologna Tomaso Montanari, Università di Siena, Firenze Simone Oggionni, Responsabile Forum Europa MDP-Articolo 1, Roma Fiorella Prodi, segreteria regionale Cgil Emilia-Romagna, Modena Roberto Rampi, senatore PD, Vimercate (MB) Patrizio Rigobon, Università Ca’ Foscari di Venezia Simonetta Rubinato, avvocato, ex senatrice e deputata, Treviso Emilio Santoro, Università di Firenze, Centro di documentazione “L’altro diritto” Rossella Selmini, Università del Minnesota, Minneapolis-Bologna Barbara Spinelli, giornalista e Parlamentare europea GUE/Ngl, Roma Massimo Torelli, coordinatore nazionale di Altra Europa Con Tsipras, Firenze Gianni Vernetti, ex senatore e sottosegretario agli Affari esteri, Torino Walter Vitali, Direttore esecutivo Urban@it – Centro nazionale studi politiche urbane, Bologna Cristina Accardi, studentessa, Salemi (TP) Carla Acocella, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Ivana Aiello, avvocato, Avellino Rosalba Altopiedi, Università del Piemonte Orientale Anna Amat, CNR Perugia Umberto Amato, IMM CNR Napoli Luciana Ambrosino, copywriter, Napoli Giso Amendola, Università di Salerno Virginia Amorosi, avvocato, Lecce. Daniele Amoroso, Università di Cagliari Giorgio Andreoli, psicologo, Milano Simona Anichini, traduttrice, Firenze Sara Antoniazzi, Università Ca’ Foscari di Venezia Francesco Ardolino, Universitat de Barcelona Gennaro Avallone, Università di Salerno Edoardo Balletta, Università di Bologna. Danilo Barbi, sindacalista Cgil, Bologna Giuliano Barbolini, ex senatore PD, Modena Albert Barreda, pittore, Savona Ursula Bedogni, traduttrice, Barcelona Marzia Bertazzoni, impiegata, Parma Gabriele Bettelli, responsabile MDP, Modena Imma Boixadós, agente immobiliare, Bra (CN) Mirka Bonomi, pensionata, Ostia (Roma) Enric Bou, Università Ca’ Foscari di Venezia Mario Bravi, presidente IRES Umbria, Terni Stefania Buosi Moncunill, insegnante, Trieste Rosa Maria Caballé, dipendente pubblico, Bologna Marco Calaresu, Università di Sassari Domenico Caminiti, ingegnere, Torino Stefano Campus, funzionario amministrativo, Presidente Òmnium Cultural de L'Alguer Fulvio Capitanio, economista, Aiguafreda (Barcellona) Flora Cappelluti, giornalista, Milano Lìdia Carol, Università di Verona Maria Carreras Goicochea, Università di Catania Imma Caruso, Napoli, ISSM-CNR Sergio Caserta, attivista e blogger, Bologna Giovanni Castagno, insegnante, Roma Giovanni C. Cattini, Università di Barcellona Ivan Cecchini, dirigente pubblico, Bellaria-Igea Marina Giulio Ceci, libero professionista, Roma Giovanni Cherubini, ingegnere, Gilching (Germania) Federico Chicchi, Università di Bologna Claudia Ciavatta, dipendente pubblico, Roma Adriano Cirulli, Università La Sapienza di Roma Elena Coccia, Napoli, consigliere comunale Napoli, Sinistra in comune Maria Teresa Colarossi, insegnante, Tivoli (Roma) Gemma Teresa Colesanti, ISEM CNR Napoli Maria Cristina Coliva, pensionata, Bologna Mauro Colombarini, sindacalista Spi-CGIL, Bologna Anna Maria Compagna, Università di Napoli Federico II Michele Conia, Sindaco di Cinquefrondi (RC) Roberto Cornelli, Università di Milano Bicocca Giacomo Comincini, studente, Pavia Enrico Curti, imprenditore, Riomaggiore (SP) Salvatore D'Acunto, Seconda Università di Napoli. Ettore D’Agostino, insegnante, Torino Francesco D’Agresta, coordinatore provinciale MDP Pescara Patrizia D'Antonio, insegnante, Roma Elisa D’Ugo, studentessa, Roma Pasquale D'Ugo, agente di commercio, Roma Gaspare Dalia, Università di Salerno Full Article
demo La Catalogna, l’Europa, la democrazia By www.collectiuemma.cat Published On :: Wed, 20 Mar 2019 20:30:00 +0100 Un manifesto per chiedere la libertà dei prigionieri politici catalani e il ritorno alla normalità democratica in Spagna sta raccogliendo centinaia di adesioni. Promosso da una quarantina di intellettuali e politici italiani, è stato pubblicato dal sito internet Left.it A Madrid, nel cuore dell’Europa occidentale, dodici esponenti della politica e della società civile catalana sono in questi giorni sotto processo. Nove di essi si trovano in regime di detenzione preventiva, in molti casi da ben oltre un anno. I capi di imputazione sono gravissimi, con richieste di pena da parte della pubblica accusa che arrivano sino a 25 anni. Tra i reati contestati vi è la “ribellione”: si tratta della figura criminosa utilizzata per chi, nel 1981, entrò con le armi in parlamento e portò in strada i carri armati. Il codice penale spagnolo, in effetti, richiede, nella tipizzazione del reato, l'elemento della "rivolta violenta". L’unica violenza finora certa, per le innumerevoli immagini che la mostrano e che hanno fatto il giro del mondo, è però quella messa in atto dalle forze dell'ordine spagnole: che partono da ogni angolo del Paese per la Catalogna al grido minaccioso di "a por ellos!" (“a prenderli!”; “dategli addosso!”); che picchiano votanti e manifestanti – anche non indipendentisti – intenti a resistere pacificamente, con le braccia alzate, in difesa dei seggi; che sparano proiettili di gomma sui cittadini, nonostante il loro utilizzo sia vietato in Catalogna. Ma la vicenda giudiziaria non si esaurisce a Madrid, innanzi al Tribunal Supremo. Altri imputati verranno giudicati (per disobbedienza e ulteriori reati) da Tribunali in Catalogna; centinaia i sindaci, gli attivisti sociali, gli artisti indagati (e in alcuni casi condannati) per aver contribuito in qualche modo alla preparazione del referendum o per aver semplicemente manifestato le loro idee (eloquente, in tal senso, l’Amnesty International Report 2017/18, pp. 339-341). Vi sono, poi, i sette politici, sia parlamentari che componenti del precedente governo catalano rifugiatisi in Belgio, Scozia e Svizzera per sfuggire all’arresto e continuare a condurre la propria azione politica dall’estero. Sono liberi cittadini in tutta Europa, visto che, anche a seguito della decisione del tribunale tedesco nel caso Puigdemont, l’autorità giudiziaria spagnola ha ritirato tutti gli ordini d’arresto europeo a loro carico. Al di là delle anomalie tecniche dei procedimenti giudiziari (evidenziate da diversi osservatori internazionali), è evidente ciò che sta accadendo: si discute, nelle aule dei tribunali, di una questione eminentemente politica, che dal campo della politica non sarebbe mai dovuta uscire. Si criminalizza un’intera classe politica, la cui responsabilità è quella di aver cercato di smuovere le istituzioni spagnole da posizioni di radicale chiusura al dialogo. Si dimentica che oltre due milioni di cittadini catalani chiedono da anni, in maniera civile e pacifica, di potersi esprimere liberamente e democraticamente sull’assetto della relazione tra la Spagna e la Catalogna. Solo da una posizione di intransigente nazionalismo si può continuare a ritenere la questione dell’indipendenza catalana un tema su cui non può neanche essere aperta una discussione democratica; solo da una posizione illiberale si può ritenere preferibile a quella prospettiva la compressione di fondamentali diritti civili e politici. Il silenzio dell’Europa, che liquida la vicenda come affare interno alla Spagna, è deprecabile e pericoloso. Si tratta di un segno di debolezza delle istituzioni europee, non di forza, e contribuisce alla radicalizzazione del conflitto anziché alla sua risoluzione. Se la UE accetta la criminalizzazione della protesta pacifica e della disobbedienza civile in un Paese membro della rilevanza della Spagna, ad essere minacciati sono i diritti democratici non solo dei catalani, ma degli spagnoli e degli europei tutti. E quel silenzio diviene imbarazzante allorquando il Parlamento europeo vieta ai politici catalani rifugiati all’estero di partecipare ad una conferenza organizzata nei suoi locali mentre consente, quasi contestualmente, un dibattito anti-catalanista promosso dal partito spagnolo di estrema destra Vox, dichiaratamente e programmaticamente omofobo, maschilista, xenofobo. Preoccupa anche la scarsa attenzione di parte della stampa, dell’opinione e degli intellettuali del nostro Paese. Nello scenario descritto, crediamo invece siano necessari l’impegno e il controllo vigile di tutti coloro che hanno a cuore la protezione dei diritti, dei valori democratici e dei principi sanciti dagli stessi Trattati UE. Chiediamo, come cittadini europei, la scarcerazione dei prigionieri catalani, il ritorno ad una situazione di normalità democratica e l’apertura di un dialogo politico sulla questione, unica strada che possa condurre ad una risoluzione della stessa coerente con i valori della democrazia. Il destino della Catalogna è anche il nostro destino, e il destino dell’Europa intera. PRIMI FIRMATARI Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-Sinistra Europea, Roma Luigi Agostini, saggista, Roma Matteo Angioli, Partito Radicale, Roma Vando Borghi, Università di Bologna Bojan Brezigar, giornalista, Trieste Luca Cassiani, Consigliere PD Regione Piemonte, Torino Luciano Caveri, giornalista e politico, Aosta Lluís Cabasés, giornalista, Alba Massimo Cacciari, filosofo, Venezia Duccio Campagnoli, ex Assessore Emilia-Romagna, Bologna Elisa Castellano, Fondazione Di Vittorio, Roma Pietro Cataldi, Rettore dell’Università per stranieri di Siena Nancy de Benedetto, Presidente Associazione italiana di studi catalani, Università di Bari Luigi de Magistris, sindaco di Napoli Piero Di Siena, giornalista, Roma Fausto Durante, Resp. politiche internazionali ed europee Cgil, Roma Paolo Ferrero, vice presidente del Partito della Sinistra Europea, Torino Gennaro Ferraiuolo, Università di Napoli Federico II Luigi Foffani, Università di Modena e Reggio Emilia Eleonora Forenza, Parlamentare europea GUE/Ngl, Rifondazione comunista, Bari Laura Harth, Rappresentante alle Nazioni Unite del Partito Radicale, Roma Rafael Hidalgo, insegnante, Ràdio Catalunya Itàlia, Roma Andrea Maestri, Avvocato per i diritti umani, Ravenna Fabio Marcelli, ISGI CNR, Associazione giuristi democratici, Roma Maria Grazia Meriggi, Università di Bergamo Sandro Mezzadra, Università di Bologna Cesare Minghini, sindacalista CGIL, Bologna Tomaso Montanari, Università di Siena, Firenze Simone Oggionni, Responsabile Forum Europa MDP-Articolo 1, Roma Fiorella Prodi, segreteria regionale Cgil Emilia-Romagna, Modena Roberto Rampi, senatore PD, Vimercate (MB) Patrizio Rigobon, Università Ca’ Foscari di Venezia Simonetta Rubinato, avvocato, ex senatrice e deputata, Treviso Emilio Santoro, Università di Firenze, Centro di documentazione “L’altro diritto” Rossella Selmini, Università del Minnesota, Minneapolis-Bologna Barbara Spinelli, giornalista e Parlamentare europea GUE/Ngl, Roma Massimo Torelli, coordinatore nazionale di Altra Europa Con Tsipras, Firenze Gianni Vernetti, ex senatore e sottosegretario agli Affari esteri, Torino Walter Vitali, Direttore esecutivo Urban@it – Centro nazionale studi politiche urbane, Bologna SOTTOSCRIVONO: Cristina Accardi, studentessa, Salemi (TP) Carla Acocella, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Ivana Aiello, avvocato, Avellino Rosalba Altopiedi, Università del Piemonte Orientale Anna Amat, CNR Perugia Umberto Amato, IMM CNR Napoli Luciana Ambrosino, copywriter, Napoli Giso Amendola, Università di Salerno Virginia Amorosi, avvocato, Lecce. Daniele Amoroso, Università di Cagliari Giorgio Andreoli, psicologo, Milano Simona Anichini, traduttrice, Firenze Sara Antoniazzi, Università Ca’ Foscari di Venezia Francesco Ardolino, Universitat de Barcelona Gennaro Avallone, Università di Salerno Edoardo Balletta, Università di Bologna. Danilo Barbi, sindacalista Cgil, Bologna Giuliano Barbolini, ex senatore PD, Modena Albert Barreda, pittore, Savona Ursula Bedogni, traduttrice, Barcelona Marzia Bertazzoni, impiegata, Parma Gabriele Bettelli, responsabile MDP, Modena Imma Boixadós, agente immobiliare, Bra (CN) Mirka Bonomi, pensionata, Ostia (Roma) Enric Bou, Università Ca’ Foscari di Venezia Mario Bravi, presidente IRES Umbria, Terni Stefania Buosi Moncunill, insegnante, Trieste Rosa Maria Caballé, dipendente pubblico, Bologna Marco Calaresu, Università di Sassari Domenico Caminiti, ingegnere, Torino Stefano Campus, funzionario amministrativo, Presidente Òmnium Cultural de L'Alguer Fulvio Capitanio, economista, Aiguafreda (Barcellona) Flora Cappelluti, giornalista, Milano Lìdia Carol, Università di Verona Maria Carreras Goicochea, Università di Catania Imma Caruso, Napoli, ISSM-CNR Sergio Caserta, attivista e blogger, Bologna Giovanni Castagno, insegnante, Roma Giovanni C. Cattini, Università di Barcellona Ivan Cecchini, dirigente pubblico, Bellaria-Igea Marina Giulio Ceci, libero professionista, Roma Giovanni Cherubini, ingegnere, Gilching (Germania) Federico Chicchi, Università di Bologna Claudia Ciavatta, dipendente pubblico, Roma Adriano Cirulli, Università La Sapienza di Roma Elena Coccia, Napoli, consigliere comunale Napoli, Sinistra in comune Maria Teresa Colarossi, insegnante, Tivoli (Roma) Gemma Teresa Colesanti, ISEM CNR Napoli Maria Cristina Coliva, pensionata, Bologna Mauro Colombarini, sindacalista Spi-CGIL, Bologna Anna Maria Compagna, Università di Napoli Federico II Michele Conia, Sindaco di Cinquefrondi (RC) Roberto Cornelli, Università di Milano Bicocca Giacomo Comincini, studente, Pavia Enrico Curti, imprenditore, Riomaggiore (SP) Salvatore D'Acunto, Seconda Università di Napoli. Ettore D’Agostino, insegnante, Torino Francesco D’Agresta, coordinatore provinciale MDP Pescara Patrizia D'Antonio, insegnante, Roma Elisa D’Ugo, studentessa, Roma Pasquale D'Ugo, agente di commercio, Roma Gaspare Dalia, Università di Salerno Gaetano Full Article
demo Bernie Sanders has some scathing advice for Democrats after the 2024 election By www.boston.com Published On :: Mon, 11 Nov 2024 20:25:08 +0000 “Either you stand with the powerful oligarchy of our country, or you stand with the working class. You can’t represent both.” The post Bernie Sanders has some scathing advice for Democrats after the 2024 election appeared first on Boston.com. Full Article News 2024 Election Local News National News Politics Tell Us Vermont
demo Demolition-site deaths prompt OSHA to update safety resources By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Fri, 11 Jul 2014 00:00:00 -0400 Washington – In response to recent worker deaths at demolition sites, OSHA has updated its webpage and safety resources addressing common hazards in the construction demolition industry. Full Article
demo Demolition work: Keep it safe By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Sun, 24 Jan 2021 00:00:00 -0500 Demolition work involves the dismantling, razing, destroying or wrecking of any building or structure. Hazards of this dangerous work, according to OSHA, may include materials hidden within structural members (e.g., lead, asbestos, silica, and other chemicals or heavy metals requiring special material handling), as well as unknown strengths or weaknesses of construction materials, such as post-tensioned concrete. Full Article
demo House Democrats introduce bill on immigrant worker safety By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Tue, 17 Nov 2015 00:00:00 -0500 Washington – Immigrant workers who report unsafe or unfair work practices would become eligible for a type of visa reserved for victims of criminal activity, under legislation recently reintroduced by House Democrats. Full Article
demo Cranes and derricks standard amended to include underground demolition work By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Wed, 24 Apr 2013 00:00:00 -0400 Washington – Demolition and underground construction employers must follow the same requirements for crane and derrick use as those in other construction sectors, OSHA said in a final rule issued April 23. Full Article
demo Demographic trend could trigger rise in same-level falls: study By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Thu, 22 Feb 2024 00:00:00 -0500 Melbourne, Australia — An expected increase in 45-and-older women in the workforce could mean more on-the-job falls to the same level, a recent study out of Monash University suggests. Full Article
demo 2016 State of Safety: Changing demographics By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Sat, 19 Dec 2015 00:06:00 -0500 Older workers have a wealth of knowledge from their years of experience. But they also bring increased risk of on-the-job fatalities and severe injuries. In about six years, one-quarter of all U.S. workers will be 55 or older. What actions can safety professionals take now to ensure a safe workplace down the road? “This is the next frontier,” one safety pro says. Full Article
demo CSB issues guidance on safety during science demonstrations By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Mon, 03 Nov 2014 00:00:00 -0500 Washington – Three recent incidents that left both children and adults with burn injuries have prompted the Chemical Safety Board to issue a safety bulletin on educational science demonstrations that use flammable chemicals. Full Article
demo FACE Report: Demolition laborer dies in fall through skylight By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Mon, 23 Oct 2023 00:00:00 -0400 A 44-year-old demolition worker was removing roofing components from a former auto dealership. He had worked for his employer for five days. The worker was on the building’s roof when he stepped backward and onto a skylight, which broke under his weight. Full Article
demo OSHA video gives demo of new Severe Injury Report dashboard By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Tue, 03 Sep 2024 00:00:00 -0400 Washington — A new video from OSHA describes how to use the agency’s new Severe Injury Report data dashboard. Full Article
demo COVID-19 pandemic: House Democrats call for stronger guidelines for federal workers By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Mon, 29 Jun 2020 00:00:00 -0400 Washington — Federal employees need more comprehensive guidance from the Office of Personnel Management before they return to the workplace amid the COVID-19 pandemic, House Democrats contended during a June 25 virtual hearing convened by the House Government Operations Subcommittee. Full Article
demo Two House Democrats want a hearing on child labor violations By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Wed, 21 Jun 2023 00:00:00 -0400 Washington — Reps. Bobby Scott (D-VA) and Alma Adams (D-NC) are asking Rep. Virginia Foxx (R-NC), chair of the House Education and Labor Committee, to convene a hearing on child labor violations. Full Article
demo Two House Democrats repeat request for a hearing on child labor violations By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Tue, 19 Sep 2023 00:00:00 -0400 Washington — Reps. Bobby Scott (D-VA) and Alma Adams (D-NC) are again asking Rep. Virginia Foxx (R-NC), chair of the House Education and the Workforce Committee, to convene a hearing on child labor violations. Full Article
demo House Democrats want DOL penalties to have more bite By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Mon, 06 May 2024 00:00:00 -0400 Washington — Legislation aimed at strengthening Department of Labor civil penalties will be introduced soon, Rep. Bobby Scott (D-VA) announced April 30. Full Article
demo Demolition work: A look at the hazards By www.safetyandhealthmagazine.com Published On :: Sun, 27 Mar 2022 00:03:00 -0400 Demolition work presents multiple hazards. Planning can go a long way in helping prevent worker injury and illness. Full Article
demo Steakholder Foods Opens Demonstration Center By www.foodengineeringmag.com Published On :: Tue, 17 Sep 2024 08:51:00 -0400 The facility offers live demonstrations of the company's 3D printers, showcasing real-time production of plant-based meat and seafood alternatives and promoting customer engagement. Full Article
demo Pandemic and protest: young people at the forefront of US Pandemonium. By ezproxy.scu.edu.au Published On :: Mon, 01 Aug 2022 00:00:00 -0400 Children's Geographies; 08/01/2022(AN 158427715); ISSN: 14733285Academic Search Premier Full Article YOUNG adults VIOLENCE against Black people POOR people PANDEMICS COVID-19 pandemic AFRICAN American youth
demo Children's physical activity and active travel: a cross-sectional study of activity spaces, sociodemographic and neighborhood associations. By ezproxy.scu.edu.au Published On :: Sat, 01 Apr 2023 00:00:00 -0400 Children's Geographies; 04/01/2023(AN 163915532); ISSN: 14733285Academic Search Premier Full Article NEW Zealand AUCKLAND (N.Z.) PHYSICAL activity CROSS-sectional method
demo Lived Democracy in Education: Young Citizens' Democratic Lives in Kindergarten, School and Higher Education: edited by Rune Herheim, Tobias Werler, and Kjellrun Hiis Hauge, London and New York, Routledge, 2021, 191 pp., £120.00 (hardback), ISBN 9 By ezproxy.scu.edu.au Published On :: Sun, 01 Oct 2023 00:00:00 -0400 Children's Geographies; 10/01/2023(AN 173035621); ISSN: 14733285Academic Search Premier Full Article NEW York (State) CITIZENS KINDERGARTEN children SECONDARY education DEMOCRACY CULTURAL pluralism KINDERGARTEN
demo Picturing broader socioeconomic conditions: introducing demographic data to participatory photo mapping in order to help youth understand community stratification. By ezproxy.scu.edu.au Published On :: Thu, 01 Aug 2024 00:00:00 -0400 Children's Geographies; 08/01/2024(AN 178911403); ISSN: 14733285Academic Search Premier Full Article SOCIAL scientists SOCIAL perception GEOGRAPHIC information systems SOCIAL influence PARTICIPANT observation
demo The Power of Black Excellence: HBCUs and the Fight for American Democracy, Nov. 19 By events.berkeley.edu Published On :: From their founding, Historically Black Colleges and Universities (HBCUs) educated as many as 90 percent of Black college students in the United States. Although many are aware of the significance of HBCUs for expanding Black Americans’ educational opportunities, much less attention has been paid to the vital role that they have played in enhancing American democracy. Drawing on six years of mixed-method research that informs The Power of Black Excellence: HBCUs and the Fight for American Democracy, this book talk considers the history of HBCUs and the unique role they have played in shaping American political development since 1837. Moreover, it considers the lessons that HBCUs offer the broader higher educational landscape as we consider the essential role that colleges and universities can play in helping to promote democracy.Deondra Rose is the Kevin D. Gorter Associate Professor at the Sanford School of Public Policy at Duke University, with secondary appointments in the Department of Political Science and the Department of History. Her research focuses on U.S. higher education policy, political behavior, American political development, and the politics of inequality, particularly in relation to gender, race, and socioeconomic status. In addition to her newest book, The Power of Black Excellence: HBCUs and the Fight for American Democracy, Rose is also the author of Citizens by Degree: Higher Education Policy and the Changing Gender Dynamics of American Citizenship, which examines the development of landmark U.S. higher education policies and their impact on the progress that women have made since the mid-twentieth century. A summa cum laude, Phi Beta Kappa graduate of the University of Georgia, Rose received her M.A. and Ph.D. in Government from Cornell University, with a specialization in American politics and public policy. Full Article
demo Civic Activism in South Korea: The Intertwining of Democracy and Neoliberalism By ifp.nyu.edu Published On :: Sun, 13 Oct 2024 17:43:47 +0000 The post Civic Activism in South Korea: The Intertwining of Democracy and Neoliberalism was curated by information for practice. Full Article Monographs & Edited Collections
demo NIH study demonstrates long-term benefits of weight-loss surgery in young people By ifp.nyu.edu Published On :: Fri, 01 Nov 2024 18:41:48 +0000 Young people with severe obesity who underwent weight-loss surgery at age 19 or younger continued to see sustained weight loss and resolution of common obesity-related comorbidities 10 years later, according to results from a large clinical study funded by the National Institutes of Health (NIH). The post NIH study demonstrates long-term benefits of weight-loss surgery in young people was curated by information for practice. Full Article News
demo Sociodemographic trends in special educational needs identification in Wales By ifp.nyu.edu Published On :: Sun, 03 Nov 2024 03:44:33 +0000 The post Sociodemographic trends in special educational needs identification in Wales was curated by information for practice. Full Article Open Access Journal Articles
demo Conceptualizing bias in EHR data: A case study in performance disparities by demographic subgroups for a pediatric obesity incidence classifier By ifp.nyu.edu Published On :: Mon, 04 Nov 2024 01:32:39 +0000 The post Conceptualizing bias in EHR data: A case study in performance disparities by demographic subgroups for a pediatric obesity incidence classifier was curated by information for practice. Full Article Open Access Journal Articles
demo FREE TICKETS THURSDAY: Enter to Win Free Tix to See Reverend Horton Heat, Des Demonas, Mason Jennings, and MORE! By www.portlandmercury.com Published On :: Thu, 07 Nov 2024 11:24:00 -0800 by Wm. Steven Humphrey Who's ready to have some fun? Well, the Mercury is here to help with FREE TICKETS to see some of Portland's best concerts and events—our way of saying thanks to our great readers and spread the word about some fantastic upcoming performances! (Psst... if you want to say thanks to the Mercury, please consider making a small monthly contribution to keep us alive and kickin'!) And oh boy, do we have some fun events coming at ya this week! CHECK IT OUT! • Enter to WIN FREE TICKETS to see Reverend Horton Heat on February 27 at Crystal Ballroom!Seeing REVEREND HORTON HEAT live is a transformative experience. Flames come off the guitars. Heat singes your skin. There’s nothing like the primal tribal rock & roll transfiguration of a Reverend Horton Heat show. Get your tickets now, or enter to win here! Crystal Ballroom, 1332 W Burnside, Thurs Feb 27, 8 pm, $35-$50, all ages • Enter to WIN FREE TICKETS to see Des Demonas on November 17 at Polaris Hall! A favorite of Henry Rollins and Iggy Pop, Washington, DC’s DES DEMONAS blend post punk, funk, blues, psych rock, Afro beat, and more into their own unique sound — listen LIVE when they share new tunes from their highly-anticipated sophomore LP, APOCALYPTIC BOOM! BOOM! Get your tickets now or enter to win a free pair! Polaris Hall, 635 N Killingsworth Ct, Sun Nov 17, 8 pm, $15, 21+ • Enter to WIN FREE TICKETS to see Karina Rykman on November 15 at Mississippi Studios! She’s opened for Khruangbin, performed on America’s Got Talent, soundchecked with Phish at MSG, and much more — catch dynamic jam rock bassist Karina Rykman LIVE when she returns to Portland! Get your tickets now or enter to win a free pair! Mississippi Studios, 3939 N Mississippi, Fri Nov 15, 9 pm, $20, 21+ • Enter to WIN FREE TICKETS to see Mason Jennings on November 16 at Mississippi Studios! Hawai’i-born, Minneapolis-based folksinger Mason Jennings returns to Mississippi Studios with tunes from his latest record, Holy Dive, and beyond! Get your tickets now or enter to win a free pair! Mississippi Studios, 3939 N Mississippi, Sat Nov 16, 8 pm, $30, 21+ • Enter to WIN FREE TICKETS to see The Bygones on November 17 at Aladdin Theater! Luminous indie folk duo The Bygones share nostalgic songwriting from their debut, self-titled release! Get your tickets now or enter to win a free pair! Aladdin Theater, 3017 SE Milwaukie, Sun Nov 17, 8 pm, $25, all ages • Enter to WIN FREE TICKETS to see Sam Grisman Project on November 16 at Aladdin Theater! A longtime Dawg Trio member with his father David Grisman, Bay Area bass player Sam Grisman upholds the legacy of Dawg music with his new musical project. Don’t miss their return to Portland! Get your tickets now or enter to win a free pair! Aladdin Theater, 3017 SE Milwaukie, Sat Nov 16, 8 pm, $32.50, all ages GOOD LUCK! Winners will be notified on Monday. Check back next week for more FREE TIX from the Mercury! Full Article Music
demo Why high prices toppled Democrats — and other governments around the world By www.npr.org Published On :: Tue, 12 Nov 2024 07:08:41 -0500 Voters really don't like inflation. In fact, whenever there's a sustained jump in the cost of living, the party in power often pays a price. Full Article
demo 2.11.2016: Democratic Primary Special - Wrapping Up New Hampshire By audioboom.com Published On :: Thu, 11 Feb 2016 19:34:53 +0000 Brady still hasn't gotten any sleep, but he’s all over dissecting the action that unfolded in Tuesday’s New Hampshire Democratic Primary. A rundown of the three words that defined the day, a deeper look at the politics that ran the race, and favorite reporter moments from the 2016 trail. If you missed it, check out our Republican edition wrap-up episode! Full Article
demo Elderly Supreme Court judges are again resolving our most contentious social debates. Here’s a radically democratic alternative. By www.vox.com Published On :: Tue, 05 Jun 2018 12:55 -0500 Prof. Eric Posner explains a voting system for protecting the rights of minorities Full Article
demo Why high prices toppled Democrats — and other governments around the world By www.mprnews.org Published On :: Tue, 12 Nov 2024 12:08:41 +0000 Voters really don't like inflation. In fact, whenever there's a sustained jump in the cost of living, the party in power often pays a price. Full Article
demo Documentarian behind Tucker Carlson 'demon' attack clip blasts 'uncharitable' skeptics By www.christianpost.com Published On :: Fri, 08 Nov 2024 17:19:50 -0500 The documentarian who recently went viral when Tucker Carlson told him he was "physically mauled" by a demon last year pushed back against those who would dismiss the former Fox News host's claims about spiritual warfare. Full Article
demo 'The Reckoning: How the Democrats and the Left Betrayed Women and Girls' (book review) By www.christianpost.com Published On :: Tue, 13 Feb 2024 10:23:00 -0500 It takes far more guts to confront your ideological compatriots than your foes and a recent book documenting the assault of gender ideology on women’s rights from a leftist perspective exhibits such courage in spades. Full Article
demo CashComplete to Demonstrate Unified Cash Management Process at EuroShop 2020 By www.retailtechnologyreview.com Published On :: SUZOHAPP – a global market leader of software and hardware payment management solutions – will be exhibiting at EuroShop, the world’s largest retail trade fair from February 16-20 in Dusseldorf, Germany.On display at booth #6A75 will be the market leading CashComplete™ line of payment management solutions. Full Article EPoS Systems Kiosk Technology Exhibitions and Events
demo Entrepreneurship and Democracy: A Complex Relationship By www.newswise.com Published On :: Tue, 05 Nov 2024 09:30:22 EST Full Article
demo N. Korea Installs Anti-Tank Trenches along Demolished Sections of Inter-Korean Roads, Railways By world.kbs.co.kr Published On :: Mon, 04 Nov 2024 17:19:05 +0900 [Inter-Korea] : After demolishing sections of the inter-Korean roads and railways, North Korea has deployed troops to install anti-tank trenches there. The Joint Chiefs of Staff(JCS) announced on Monday that the North’s military recently installed concrete anti-tank trenches where the Gyeongui and Donghae roads and ...[more...] Full Article Inter-Korea